Di Orio scrive a Brunetta
L’Aquila – Lettera aperta del Rettore dell’Università dell’Aquila di Orio al Ministro Brunetta: “Caro Ministro, con molta amarezza ho letto il resoconto giornalistico dell’episodio scaturito dalla mia assenza all’inaugurazione dei corsi istituiti sulla base della Convenzione stipulata tra l’Università degli Studi dell’Aquila e la Presidenza del Consiglio dei Ministri – Scuola Superiore della Pubblica Amministrazione.
Un’amarezza che deriva soprattutto dal fatto che tale convenzione, come tutte le iniziative ad essa connesse, sono state da me fortemente volute fin dall’ottobre 2009, quando ne parlai con il Capo di Gabinetto del Suo Ministero, dott. Carlo Deodato, in occasione di un Salone dell’Innovazione.
In tutti questi anni non sono mai venuto meno, nell’esercizio delle mie funzioni di rettore, al dovuto rispetto nei confronti dell’istituzione che Lei rappresenta e, in particolare, della Sua persona, a cui ho riconosciuto in
numerose occasioni pubbliche non comuni doti di concretezza e capacità operativa.
La mia assenza è stata dovuta ad una sindrome influenzale con picchi febbrili di 39.5°C ed altri sintomi correlati, che mi hanno reso impossibile partecipare, con mio grande rammarico, ad un’iniziativa – ripeto – da me
fortemente voluta.
Come molti sanno, a causa di una cronica carenza di globuli bianchi, sono particolarmente esposto ad episodi infettivi virali che purtroppo presentano spesso un difficile decorso clinico.
A ciò si aggiungono le precarie condizioni di salute conseguenti all’incidente occorsomi proprio mentre mi recavo ad un appuntamento presso il Suo Ministero, a causa del quale mi è stata riconosciuta dagli enti competenti una sospensione dell’attività lavorativa che non mi ha tuttavia impedito, a prezzo di enormi sacrifici personali, di continuare a svolgere il mio dovere al servizio dell’Università dell’Aquila.
La Sua reazione alla mia assenza ha, forse, sopravvalutato il ruolo di rettore che, nella mia interpretazione, svolge semplicemente un servizio funzionale all’Ateneo di cui è espressione e non ne esaurisce, certo, la
rappresentatività o la legittimità .
Ciò a maggior ragione, dal momento che l’Università dell’Aquila era formalmente e pienamente rappresentata dal suo Prorettore, prof. Roberto Volpe, e da tanti docenti, personale, studenti che, con la loro presenza, non solo
legittimavano l’iniziativa ma le conferivano anche il significato più autentico.
La mia presenza, in tal senso, nulla avrebbe aggiunto di più…
Alla luce di ciò, è davvero incomprensibile e ingiustificabile interpretare la mia assenza alla manifestazione di ieri – come purtroppo ha fatto il Presidente di Confindustria Fabio Spinosa Pingue – con categorie sociopolitiche
e culturali che nascondono forse solo un pre-giudizio nei miei confronti.
Una interpretazione che sottende una strana concezione del rapporto lavoro-malattia, caratterizzata dal paradigma culturale – peraltro oggi in voga – per cui l’assenza per malattia rappresenta sempre il pretesto, l’alibi o la scusa per coprire altre motivazioni o esigenze diverse.
E’ questo un paradigma, in tutta sincerità , del tutto estraneo alla mia visione del mondo e al mio vissuto esperienziale.
Ad ogni modo, tutto avrei voluto tranne che il contrattempo determinasse polemiche inutili e controproducenti ai fruttuosi rapporti intrapresi con il Ministero per la Pubblica Amministrazione e, pur non ravvedendo alcuna
mia specifica responsabilità , mi scuso con Lei e con quanti erano convenuti per assistere alla manifestazione.
Sinceramente auspicando che i progetti legati alla Convenzione stipulata tra l’Università degli Studi dell’Aquila e la Presidenza del Consiglio dei Ministri – Scuola Superiore della Pubblica Amministrazione possano andare avanti nell’interesse di tutti, colgo l’occasione per salutarLa con viva cordialità .” Prof. Ferdinando di Orio
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