L’enigma del terremoto romano


- “PREVISTO” DA BENDANDI PER MAGGIO 2011 – “Ahimè, il bene stesso non sempre è fatto a fin di bene” – Stanislas de Boufflers
(di Carlo Di Stanislao) – Ha predetto, con tanto di vidimazione notarile, diversi terremoti in varie regioni italiane, basandosi su una originale, quanto ritenuta infondata, teoria gravitazionale, secondo cui che la causa dei terremoti è da ricercarsi nelle forze di attrazione dei pianeti e del sole, forze che non si trovano all’interno della Terra. Il 28 dicembre del 1908, restò profondamente colpito dalla notizia della tremenda catastrofe che colpì le città di Messina e Reggio Calabria: da quel momento iniziarono le sue ricerche. Durante il servizio militare nel 1917 ebbe modo di osservare il fenomeno della marea che pose alla base delle sue indagini. Una sua prima involontaria previsione la fece per il terremoto della Marsica il 13 gennaio 1915, quando si accorse che il 27 ottobre dell’anno precedente aveva lasciato un appunto al riguardo. Nel 1920 i suoi studi gli permisero di entrare a far parte della società sismologica italiana ma fino ad allora erano in pochi a credere alle sue teorie. Questo lo spinge a recarsi, il 23 novembre 1923, davanti al notaio di Faenza deciso a far scrivere una sua previsione: “il 2 gennaio 1924 si verificherà un terremoto nelle Marche“. Il terremoto effettivamente si verificò, ma due giorni dopo. Si chiamava Raffaele Bendandi e le sue originali teorie furono esposte in un libro dal titolo: “Un principio fondamentale dell’Universo”, pubblicato nella sua Faenza nel 1931. Nel libro si chiarisce che:” Se l’attrazione lunare è capace di causare maree, spostamenti sulla Terra, figuriamoci di cosa possa essere capace l’attrazione del Sole, coadiuvato a particolari posizioni dei pianeti.” Anche un altro studioso, Jim Berkland, considera la manifestazione delle anomalie elettromagnetiche, le variazioni del campo magnetico terrestre e gli altri disturbi a bassa frequenza come quei segnali che gli animali sono in grado di percepire prima di un terremoto e che li spinge ad abbandonare l’area interessata dall’evento. Raffaele Bendandi è uno dei primi a riconoscere tali anomalie come responsabili di strani effetti sugli esseri viventi. Dal 1950 inaugurò, infatti, un nuovo genere di osservazioni sull’aumento di aggressività delle forme influenzali e sul rincrudirsi della criminalità legate all’attività solare. Si servì delle scoperte di Giorgio Piccardi (1895-1972), per giustificare l’effetto dei vari tipi di radiazioni solari sulle forme viventi. Introdusse un nuovo genere di previsioni metereologiche ed effettuò utili osservazioni sulle esplosioni nelle miniere. Ma soprattutto, comprese tutti questi argomenti in un quadro più ampio che egli chiamò “crisi cosmica“. L’attività di pochi scienziati è paragonabile a quella di Raffaele Bendandi, innanzitutto per i risultati ottenuti, cioè per i contributi alla previsione dei terremoti, dell’attività solare e delle “crisi cosmiche”. E’ stata la sua profonda fiducia nella scienza a distinguerlo dalla maggior parte degli scienziati del suo tempo. In un periodo, cioè, dove i risultati della meccanica quantistica hanno sollevato il dubbio di una natura indeterminabile se non osservata e i maggiori scienziati hanno affermato che era il “caso” a governare il terremoto e molti altri fenomeni, egli ha sempre sostenuto fermamente l’esistenza di “granitiche leggi della natura”, vedendo l’opera dello scienziato come una sfida alla loro comprensione. Ai nostri giorni, la causa dei terremoti è attribuita alla deriva dei continenti, formulata nel 1912 da Alfred Wegener, e dimostrata verso il 1960, da cui derivò la teoria della tettonica a placche o tettonica a zolle. La comunità scientifica ha accettato dopo annose discussioni la teoria di Wegener, che rimane tuttora la più accreditata. E’ risaputo che le teorie scientifiche sono in continua evoluzione e che gli scienziati sono alla ricerca di nuove prove a favore, e, nello stesso tempo, coltivano ogni forma di dubbio che possa essere di input a nuove scoperte. Per tali ragioni, la precisione delle previsioni del sismologo faentino dovrebbe stimolare l’attività di indagine degli scienziati ricercatori. La scienza ufficiale ha quasi sempre deriso le ipotesi di Raffaele Bendandi per la mancanza di prove scientifiche. Il 23 novembre 1923 fece registrare ad un notaio di Faenza una sua previsione: il 2 gennaio 1924 si sarebbe verificato un terremoto nelle Marche. Il terremoto effettivamente si verificò a Senigallia e il Corriere della Sera gli dedicò la prima pagina, chiamandolo Colui che prevede i terremoti. La sua fama crebbe anche a livello internazionale. Sulla base della sua ipotesi, Bendandi predisse anche il terremoto del Friuli nel 1976: cercò inutilmente di avvisare le autorità competenti, che lo trattarono come un ciarlatano. Secondo lui fu proprio una particolare condizione astrologica e gravitazionale a causare, 10431 a.C, il cataclisma che portò alla distruzione di Atlantide e, nel 2687 a.C. a ciò che chiamiamo Diluvio Universale. Dopo averlo perfezionato, nel 1931 Bendandi affidò all’Accademia Pontificia il metodo da lui scoperto per interpretare il ciclo undecennale del Sole. Diversi anni dopo la sua morte, avvenuta nella casa-ossevatorio di Faenza nel 1979, grazie soprattutto all’associazione “La Bendandiana” (di cui è presidente Paola Lagorio), si iniziò a riordinare l’abbondante materiale lasciato da Bendandi, per poter maggiormente comprendere il suo lavoro ed i suoi studi. Ad una revisione delle sue predizioni sismiche, si può notare che esse sono piuttosto precise come date, ma lo sono molto meno circa la collocazione dell’evento sismico, che veniva previsto dentro un’area troppo vasta per poter rendere utili ed attendibili tali predizioni. Attualmente, ricercando tra le sue carte e pubblicazioni, sono state raccolte 103 previsioni, 61 delle quali riguardanti l’Italia. Una di queste ci dice che l’11 maggio di quest’anno la città di Roma sarà scossa da un terremoto di vaste proporzioni e da un altro ancor più catastrofico nel 2012, tra il 5-6, quando parecchie scosse di terremoto colpiranno a macchia di leopardo tutta la terra. Il che avvalora, in alcuni, la convinzione dell’esattezza della profezia Maya. Va qui detto, comunque, che sebbene da un’iscrizione sul Monumento 6 del sito archeologico di Tortuguero si ricava la data del 2012, in cui accadrebbe qualcosa che coinvolgerebbe una misteriosa divinità Maya, Bolon Yokte, associata in genere alla guerra e alla creazione; risultano tuttavia diverse altre tavolette che riportano date anche molto successive al 2012, cosa che fa ritenere che i Maya non pensassero a questo giorno come all’ultimo. Inoltre, per tornare a noi, la Bendandiana ha recentemente smentito che vi fossero ipotesi di terremoto nella zona dei Castelli Romani fra il 5 e il 15 maggio 2011, nelle carte del sismologo faentino ed anche Cristiano Fidani, autore di alcuni libri su di lui, tra cui “le previsioni di Raffaele Bendandi ispirate al grande terremoto 1998-2008”, ha assicurato che fra i documenti dello studioso non vi sono previsioni successive al 1980. Tuttavia, ad Albano Laziale, comune che la voce dava come epicentro dell’ipotetico terremoto, molti cittadini si sono riversati sia all’URP che alla segreteria del sindaco per chiedere tutele e spiegazioni. Dal comune il sindaco ha annullato tutti gli impegni per gestire la situazione e sono stati contattati sia la protezioni civile che l’ingv, per chiedere spiegazioni. “Non c’è modo di prevedere i terremoti – hanno fatto sapere dagli uffici dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia – chi mette in giro voci del genere farnetica. I sismi vengono studiati in modo globale, quindi se una persona fosse in grado di prevederli l’intera comunità scientifica ne sarebbe a conoscenza. Nemmeno in Giappone, dove hanno a che fare con i terremoti quasi quotidianamente, sono in grado di stabilire quando ci sarà il prossimo. A volte si tratta solo di notizie messe in giro “per gioco” da ragazzi che non si rendono conto del danno che procurano”. “La zona dei Castelli Romani rientra comunque nella “categoria sismica 2″ – afferma il sismologo Calvino Gasparini sempre dell’Ingv – e quindi può dare origine a delle scosse, ma è impossibile prevedere quando. Neppure a livello statistico è possibile determinare un arco temporale. Chiunque faccia previsioni di questo tipo è come se facesse previsioni al lotto”. Anche il nostro Gianfranco Giuliani si dice scettico e chiosa che, anche il modello che si sta sviluppando, “permette previsioni con un anticipo massimo di 6-24 ore”.
Letture consigliate
- Fidani C.: Le previsioni di Raffaele Bendandi ispirate dal grande terremoto, 1908 – 2008, ed. Scienza e Società a cento anni dal Grande Terremoto, Reggio Calabria 2008.
- Fidani C.: Ipotesi sulle Anomalie Elettromagnetiche Associate ai Terremoti, Ed. Libreria Universitaria Benedetti, L’Aquila, 2006.
- Lagorio P., Dolcini A.: L’uomo dei terremoti. Raffaele Bendandi, Ed. Edit, Faenza, 1992
- Mazzucato M.T.: Raffaele Bendandi, Ed. Giorgo Ronchi, Roma, 2007.


17 Gennaio 2011

Categoria : Scienze
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