Circo Bellucci, appello dalla Tunisia
Bari – DALLA “GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO” TESTO E FOTO - (Sotto immagine del Safari Park abruzzese, i leontigre) – Appello disperato dal Circo dei fratelli Bellucci (l’uno nato ad Altamura, in provincia di Bari, e l’altro a Galatina, nel Leccese): loro e la loro compagnìa circense, circa cento persone, in Tunisia da tre mesi per una tournèe, sono bloccati al centro di scontri a Sfax località a 300 km da Tunisi e chiedono aiuto all’Italia per essere rimpatriati. A quanto si legge in un comunicato stampa del Circo, diffuso via mail, artisti, operai, donne e bambini oltre a una cinquantina di animali da qualche giorno sono al centro di scontri nella più totale abbandono della polizia. Da due giorni c’è il coprifuco e l’intera compagnia è chiusa all’interno delle carovane abitazioni mentre all’esterno davanti al circo si lanciano lacrimogeni, bombe, si incendiano macchine si malmenano persone.
I fratelli Emidio ed Attilio Bellucci impauriti per l’incolumità di tutta la compagnia e per quanto sta accadendo in Tunisia si appellano al ministro degli Esteri Franco Frattini per chiedere l’immediato rimpatrio in Italia. “Non ci sono i presupposti per continuare il tour – ha dichiarato Attilio Bellucci – il nostro agente è scappato, siamo in balia della rivoluzione civile, chiediamo all’ambasciata italiana e al ministro Frattini di farci tornare a casa. Ci sono bambini piccoli, alcuni neonati, e non possiamo rimanere a rischiare la vita in Tunisia. Per il momento siamo sotto sequestro di questa brutta situazione”.
“Fino a ieri – racconta Attilio Bellucci – avevamo la protezione della polizia, ma quando è scappato il presidente è scappata anche la polizia. Da ieri gruppi di persone cercano di attaccarci per saccheggiare il circo e siamo stati colpiti anche da spari di lacrimogeni, addosso a noi e agli animali”. Nel circo Bellucci ci sono circa 70-80 persone: “Abbiamo sei bambini, la più piccola di 3 mesi, il più grande di 11 anni. E stiamo finendo il cibo, perchè qui ormai tutto è chiuso e non ci sono più pane, acqua, latte. Ieri ci siamo procurati due chili di latte in polvere, pagando la polizia che ha fatto aprire una farmacia. Ora però non sappiamo più cosa fare”.
L’ambasciata italiana a Tunisi, ha riferito una fonte della Farnesina è in contatto fin da ieri con i connazionali del circo e si sta cercando una soluzione dato che al momento sono chiusi lo spazio aereo e marittimo della Tunisia. Il ministero degli Esteri e l’ambasciata stanno seguendo da vicino la situazione di tutti gli italiani in Tunisia.
Il circo ha collegamenti e rapporti anche con l’Abruzzo e con il Safari Park di Rocca San Giovanni, nel Chietino.
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