Cascella? Evitiamo il cafonal


Pescara non ha molte cose belle, anche se è una bella città, e negli ultimi anni ha avuto cura di impreziosirsi: la fontana della Nave di Cascella, pietra bianca sul fondale verdeazzurro del mare, aria, luce, spazi, è qualcosa di molto bello. Nel cuore della riviera, la nave che non navigherà mai è lo slancio della terra abruzzese verso lo spazio adriatico. Qualcuno, denuncia Paola Marchegiani, forse colto da impeto cafonal alla D’Agostino, intenderebbe edificare strutture sportive, baracche e contenitori di tumulti e passioni pallonesche. Cose sportive, comunque, visto che la città ambisce a etichette agonistiche e conta anche di spendere dei bei soldoni per essere titolata. Di colpo, se follie febbricitanti del genere dovessero avverarsi, Pescara tornerebbe indietro di decenni, verso la grossolanità abruzzese che ci ha contraddistinti nel passato. Accoltellerebbe Cascella alla schiena, si infliggerebbe una zappata sui piedi, cederebbe a istinti masochistici. C’è un luogo davvero bello, sulla riviera: vogliono renderlo una specie di superbaracca dello sport. Forse i soprassalti faraonici dell’amministrazione potrebbero trovare migliore indirizzo e attuazione. Insomma, pensatene un’altra, spegnete le tendenze cafonal, datevi una calmata. Fate Pescara ancora più bella, è possibile solo con un po’ di gusto e cultura.



07 Dicembre 2010

Gianfranco Colacito  -  Direttore InAbruzzo.com - giancolacito@yahoo.it

Categoria : Editoriale
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