Ora basta con la pantomima
I soldi ci sono, non ci sono, ci saranno, io te li ho dati e tu non li hai spesi. I ritardi sono colpa tua, no tua, no di quell’altro… Ora i soldi ci sono. Chiodi ha firmato l’ultima l’ordinanza per 118 milioni di euro, destinati al centro storico. Parola di gentiluomo la sera prima della grande parata a Palazzo Chigi. Un comunicato che a molti è persino sfuggito. Ora, dunque, si può farla finita con la pantomima tra Regione e Comune, pubblico smarrito i sindaci del cratere, pubblico a bocca aperta tra stupore e indignazione i cittadini terremotati.
Ora siamo ad un punto fermo: lo Stato ha sborsato un mare di milioni che sono giunti a destinazione e debbono essere spesi presto e bene. Da chi? Da enti e istituzioni locali. Leggi: prima di tutto dai sindaci. E primo tra i sindaci, quello dell’Aquila. Se a quasi venti mesi dal sisma in pratica la ricostruzione non è cominciata, ora non ci sono più scuse. Ognuno deve sapere cosa fare, dove farlo e soprattutto quando farlo. Assurdo che nessuno sappia dire, per esempio, dove siano finiti i 16 milioni per la casa dello studente: neppure se esistano veramente. In queste situazioni da incubo ridicolo, emerge tutta la cialtroneria di politici, amministratori, burocrati. Ma, ripetiamo, ora la pacchia è finita. I soldi ci sono. E a nessuno sarà perdonato un ritardo, una perdita di tempo, un piagnisteo politico. Oggi la storia goffa e gobba del dopoterremoto volta pagina. Gente, prepariamoci a non tollerare più. Se lo facessimo, la colpa sarebbe anche nostra. Colpa e complicità nel banchetto sui resti della città morta.
Non c'è ancora nessun commento.