Lettera al presidente Berlusconi


entile Presidente, nessun giornalista riuscirebbe a parlare con lei durante
la visita a L’Aquila, se non per un incontro formale e prediposto. Per questo
preferiamo inviarle una lettera che speriamo le facciano leggere. Lei, con
Bertolaso, deve ricevere i nostri ringraziamenti per quello che il governo fece
dal 6 aprile in avanti, nell’emergenza. Nei mesi successivi, tutto è andato
peggio, perchè politica e burocrazia hanno guastato tutto. Glieli inviamo,
perciò, a nome di tutti coloro che a L’Aquila riescono ancora a ragionare a
mente fredda. Oggi molte cose non vanno, l’efficienza dei primi momenti non c’è
più, le inchieste stanno svelando retroscena che non avremmo voluto vedere.
L’Italia amara dei disonesti e degli arruffoni prevale. E’ molto deprimente
doverlo ammettere, ma ci consenta: noi le cose le abbiamo sotto gli occhi. La
ricostruzione non c’è, le inchieste si accavallano.
Ci permettiamo di chiederle a nome di migliaia di persone alcune cose. Faccia
in modo che chi avanza soldi legittimi, li abbia. Sconfigga lentocrazie e
burocrazie che ci stanno uccidendo. Metta persone giuste ai posti giusti. Cacci
via gli inutili e gli approfittatori. Ci faccia credere che la città diruta,
frantumata, devastata che lei ben conosce, ritorni in piedi, con i suoi
abitanti. Faccia prorogare i contratti di tutti i precari, e la cassa
integrazione a chi ne ha diritto. Faccia sì che ci siano lavoro pulito e gente
impegnata nelle cose giuste, mentre magistrati coraggiosi tengono lontane tutte
le mafie. Non sono quelle chiamate mafia, ‘ndrangheta, camorra, ma anche quelle
che vestono con colletti bianchi e soffrono di insani appetiti. Faccia in modo
che i soldi dello Stato prendano le strade giuste. Nei tempi giusti. L’Aquila
non rivivrà se non ci saranno lavoro e fiducia nel futuro, che non si possono
avere se non c’è certezza del lavoro, precariato: lo ha detto il governatore
della Banca d’Italia. Questo le chiediamo noi terremotati, dopo 19 mesi di
sofferenza. Contiamo più sul suo cuore che sui suoi politici. Non si offenda,
ma il suo bel gesto di donare soldi al rugby ci è parso quello di una persona
che ha un cuore e una sensibilità.
Politica a parte, confidiamo nell’uomo Silvio. Scusi se le abbiamo rubato del
tempo, ma , in fondo, solo minuti. Noi soffriamo da anni e soffriremo ancora
per anni.



08 Novembre 2010

Gianfranco Colacito  -  Direttore InAbruzzo.com - giancolacito@yahoo.it

Categoria : Editoriale
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