Fondazione 6 Aprile e silenzi


L’Aquila negli ultimi vent’anni, diciamo, è diventata a grandi passi la città dei silenzi, quelli delle istituzioni nei confronti dei cittadini, dei quali, in parte almeno, i mass media sono portavoce. Tacevano le amministrazioni Tempesta, tace da sempre l’amministrazione Cialente. Alle risposte che, almeno di tanto in tanto, si dovrebbero ai cittadini, si preferiscono immusoniti visi taciturni. Di quelli che non dicono, ma pensano: ” ‘sti stronzi non li degno nemmeno di una risposta”. Bene, è una scelta, certo non esemplare, ma una scelta. Ma può essere anche un’altra cosa: l’atteggiamento di chi non è in grado di rispondere. Ci riferiamo alla “Fondazione onlus 6 aprile per la vita”.
E’ stata formata, ne fanno parte rispettabili persone che hanno subìto lutti strazianti. Altrove, forse le istituzioni avrebbero fatto pervenire i segni della loro partecipazione, si sarebbero dichiarate disponibili, avrebbero offerto collaborazione. Calore umano, almeno. Qui è stato solo silenzio:
attenzione sono da Gianni Letta e, ieri, precipitosamente, in extremis, dal presidente Chiodi e dal vice commissario Cicchetti.
A noi sembra che questa città sia davvero tutta da ricostruire, nei precordi, ma non con pietre, ferro, cemento e fibre al carbonio, bensì moralmente. La cosa più negata alla gente è l’etica della politica, che, quando tace sdegnosa o peggio astiosa, è crollata molto di più di tante case. E’ non in frantumi, ma in bricole. Livorosa, invelenita, incapace di un piccolo gesto d’amore per la sua gente.



02 Novembre 2010

Gianfranco Colacito  -  Direttore InAbruzzo.com - giancolacito@yahoo.it

Categoria : Editoriale
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