Crisi Sacci, come è possibile?


Pensate ad una valle bellissima, ma abitata solo da poche migliaia di persone, molte delle quali anziane. In questa valle si vedono migliaia di ville, anche sontuose, ma sono di gente arricchita altrove, cioè emigrata, che torna – quando non c’è il terremoto – solo per pochi giorni d’estate. E’ la valle dell’Aterno, fino ai confini con il Lazio. Ci sono enormi potenzialità, ma nessun reale sviluppo. E una sola industria, il cementificio SACCI di Cagnano Amiterno, grazie al quale centinaia di famiglie hanno vissuto scansando il rischio emigrazione. Ora quell’industria è in crisi: licenziamenti, timori di chiusura. Un’assurdità, perchè attorno c’è un cratere sismico che è definito il più grande cantiere d’Europa, o del mondo, dicono alcuni forse esagerando.
Nessuna mente logica e razionale potrà mai capire come mai la SACCI è stata lì a mangiare colline per decenni, e oggi che c’è un enorme cantiere, sia in crisi. E allora si pensa con malizia ad una tattica per avere commesse, a errori di gestione o chi sa a cos’altro. Tutte idee senza costrutto. Meno una:
nell’economia moderna pochi ci capiscono davvero qualcosa e quei pochi dovrebbero spiegarci come possa avvenire ciò che sta avvenendo. Chi produce cemento è in crisi, nella zona in cui oggi – più che altrove – occorrono quantità enormi di cemento. Spiegateci questo, politici, sindacalisti ed economisti. E poi mettete pure una pietra sopra al cementificio di Cagnano Amiterno. Con la solita retorica e con sindacalese e politichese come linguaggi.



20 Ottobre 2010

Gianfranco Colacito  -  Direttore InAbruzzo.com - giancolacito@yahoo.it

Categoria : Editoriale
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