Grazie, Silvio (o Gianni?)

Del terremoto diciamo e diremo mille cose. Ogni giorno, ancora per chi sa
quanti giorni. Del dono di 200.000 euro al rugby aquilano una sola cosa: è
un bel gesto. Il Cavaliere ha firmato un assegno, un regalo personale alla
città che ha visitato 26 volte e forse ha anche imparato a conoscere meglio. Lui milanese e manager, che dell’Abruzzo fino all’aprile 2009 sapeva poco o
nulla, se non che era una terra generosa di voti verso la sua Forza Italia.
Dall’inizio. Ma anche altre terre del Sud erano generose, quindi… Qualcuno
deve avergli detto in un orecchio che in questa città così amaramente
ferita, dal cuore e dalle case spezzate, c’è un amore senza tempo e senza limiti, la palla ovale. E sarebbe stato intollerabile perdere il rugby per questioni di soldi. Quel qualcuno è un gentile signore (“gentile e isponibile”, parole del sindaco Cialente per Gianni Letta) che L’Aquila la conosce bene, come molti qui a L’Aquila conoscono lui da tanto tempo. Da quando era prima un iornalista, e poi il direttore de “Il Tempo”, quotidiano che a L’Aquila ebbe radici e affetti profondi. E scrisse parte della sua storia tanti anni fa.
Bene, grazie Silvio, ma soprattutto grazie Gianni. Avete scelto i tasti del
cuore aquilano, e ridato alla città un suo amore che si stava frantumando
come tante altre cose. E case. E speranze. E pezzi di vita perduta per sempre.
Ora L’Aquila ha mandato giù una solida cura ricostituente. Il “suo” rugby
vivrà. Poi dovrà essere anche capace di vivere senza l’aiuto del Cavaliere. Ma
questo è un altro discorso. Oggi c’è solo da brindare alla salute di Silvio. E di Gianni, che parla poco ma comprende molto.