La guerra alle lucciole


Società sempre più corrotta e immorale (basta seguire le cronache della politica), pruriti moralistici crescenti. E’ sempre stato così: quando più in basso precipita il costume collettivo, tanto più sferzanti e ipocriti sono i cachinni a tutela della malconcia morale pubblica. E dove si comincia a tutelare la morale? Dalle prostitute. In questi giorni si legge sui giornali che la Regione Abruzzo (dimentica dei suoi guai giudiziari) se la prenderà con le lucciole lungo la Bonifica del Tronto: d’intesa con sindaci e chi sa quali altri tutori della decenza collettiva, e con le autorità di governo, vorrebbero tagliare gli alberi e i cespugli dietro i quali di notte le prostitute corrono a nascondersi, quando temono le retate di polizia. Tagliati gli alberi (ma gli ambientalisti che ne pensano?), taglieranno anche i tacchi a spillo e forse i capelli e le unghie alle ragazze, e forse anche altro. Qualcuno si spingerà anche verso l’idea che sarebbe giusto anche tagliare gli attributi peccaminosi dei clienti., O forse le tariffe, troppo alte. E i rami degli alberi, perchè potrebbero ospitare guardoni e fotografi. E magari i raggi di oluce della Luna, che potrebbero illuminare scenari di peccati carnali.
Secondo i cittadini abruzzesi, si dovrebbero tagliare ben altre cose, e pensare a ben altri reati, che a quelli commessi dalle lucciole dispensatrici – tutto sommato – di amori. Mercenari e scollacciati, ma amori. L’Abruzzo ha perso dignità, onestà, ma soprattutto senso del ridicolo. Con quel che sta accadendo, quelli pensano alle lucciole della Bonifica…



24 Settembre 2010

Gianfranco Colacito  -  Direttore InAbruzzo.com - giancolacito@yahoo.it

Categoria : Editoriale
del.icio.us    Facebook    Google Bookmark    Linkedin    Segnalo    Sphinn    Technorati    Wikio    Twitter    MySpace    Live    Stampa Articolo    Invia Articolo   




Non c'è ancora nessun commento.

Lascia un commento

Utente

Articoli Correlati

    Nessun articolo correlato.