Meno liti, più ricostruzione
Berlusconi rispedisce a L’Aquila le truppe cammellate della Protezione civile, Cialente s’infuria, Chiodi abbozza, l’opposizione boccia totalmente Cialente, i comitati esigono regolamenti, Piccone bombarda Cialente additandolo come “antitesi del fare”, Bertolaso “soppozza” il Comune di cocenti accuse di inerzia. Nelle quali, purtroppo, occorre almeno in parte credere. I partiti bofonchiano, indecisi a tutto. Il solo che non dice nulla e lavora è il presidente Del Corvo. Ma è, appunto, solo.
Vorremmo, cari politici (nel senso che ci costate cari), meno liti e più ricostruzione. Parliamo di noi cittadini, di cui pensiamo di interpretare i desideri e i pensieri. Vorremmo sapere quando cominceranno a ricostruire e quanto ci vorrà . In anni, naturalmente. Vorremmo avere più o meno un’idea precisa di cosa si vuole fare, di come si vuole farlo e di quando soprattutto si vuole spegnere gli altoparlanti delle diatribe, per mettere mano a pale e picconi. Visto che, come dicono Berlusconi e Chiodi, i soldi ci sono. Vorremmo che la smettessero tutti di litigare come donnette al lavatoio, rinfacciandosi malefatte (epiteti di meretricio e scostumatezza), ed emergesse una parvenza di cooperazione verso un unico obiettivo: rimettere in piedi L’Aquila. I politici forse non sono tanto intelligenti, come in tanti sospettano a dire il vero, se non capiscono che litigando tra loro come mignottelle che si disputano due metri di marciapiede, si fanno disprezzare: punto e basta. Con la differenza che le mignottelle, talvolta, sono utili a qualcuno.
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