Eppure, ci vorrebbe poco


La classe politica abruzzese è allucchettata in atteggiamenti ostinati e impopolari. Eppure ci vorrebbe poco a ridarsi una specie di verginità. A riconquistare la grande stima che l’elettorato ha dato al centrodestra.
I politici si stanno ammalorando di giorno in giorno per via delle auto blu da nababbi, degli stipendi da satrapi, della spesa politica che è sicuramente troppo alta in una regione terremotata non solo nell’Aquilano, ma ovunque: lo dicono i numeri, i dati, le previsioni economiche. Un momentaccio per tutti, e questi, astuti ed eleusini, si celano dietro vacui balbettii da ciarlatani. Non capiscono che il loro atteggiamento è barroccioso e pericoloso, prima di tutto per loro.
Sono indifferenti alle critiche della stampa, che non fa altro se non esprimere il pensiero del popolo. Sono riottosi nel tagliarsi le prebende. Sono ambigui nei loro silenzi, nelle loro dichiarazioni ufficiali troppo spesso menzognere. Ignorano le regole della democrazia, ma soprattutto non spiegano una cosa semplicissima: perché debbono guadagnare più di tutti gli altri o quasi? Se sono in grado di rispondere, lo facciano: siamo in ascolto.
Eppure, ripetiamo, ci vorrebbe poco a risolvere i problemi: si tolgano le auto blu da 60.000 euro, si taglino gli stipendi, facciano dei passi indietro.
Vorremmo giudicarli dalle loro azioni, non dai loro stipendi.



02 Giugno 2010

Gianfranco Colacito  -  Direttore InAbruzzo.com - giancolacito@yahoo.it

Categoria : Editoriale
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