I tesori trasmigrati altrove
Cercano il tesoro di Enzo Maria Angelini, l’ex monarca assoluto della sanità privata finito nella polvere, dopo averci mandato i potenti della politica abruzzese. Crolli roboanti di assolutismi basati su sterminate oligarchie, impastate di denaro e di collusioni. Sul fondale di una recita teatrale allucinante, come il coro nella tragedia greca, il popolo dei diseredati, dei 1500 senza stipendio nei vari ambulacri della strapìa sanitaria. Gente che da 400 giorni non sa come sbarcare il lunario, mentre si favoleggia di quadri d’autore, arazzi, ori e ricchezze. Sono i contrasti deliranti di questo Abruzzo degli anni 2000, incredibile se solo ricordiamo le nostre origini pastorali e marinaresche. Eravamo una genìa di pecorai e venditori di merluzzi, siamo lo scenario di incredibili storie milionarie, di corruzioni, blasfemìe morali, degrado etico. Dove sono finiti i tesori di Angelini? Chi potrà mai credere che qualcuno abbia sottratto ricchezze per 100 milioni da una città come Chieti, dove tutti sanno tutto, meno i guardiani della legalità ? Chi berrà una fandonia tanto macroscopica? Se l’opulento Angelini, uomo dai gusti raffinati e dalle bizzarrìe culturali accentuate, avesse davvero fatto scomparire tante ricchezze, mentre Villa Pini si sgretolava, vorrebbe dire che, quando si è ricchi, si fa ciò che si vuole, come si vuole e quando si vuole, sotto il naso di una collettività davvero imbelle e innocua.
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