Ci siamo, adesso si vota
Molti giornali all’estero si schierano chiaramente, e dicono da che parte o dalla parte di quale candidato stanno. E’ normale in America, mentre in Italia lo ha fatto una volta il giornale più autorevole, il Corriera della Sera. Per le politiche. Noi, che siamo un piccolo giornale, preferiamo non farlo. Non ci schieriamo, non vi raccomandiamo di votare questo o quello, una parte o l’altra. Dando ascolto anche a chi reclama il proprio diritto all’astensione, non vi diremo neppure “andate a votare, per chi vi pare, ma andateci”. Questo non significa che noi non abbiamo convinzioni. Nè che tali convinzioni, in qualche occasione, non siano apparse evidenti. La natura ci ha dato un cervello, che preferiamo far funzionare, e la capacità di formarci opinioni.
Una cosa, in pacatezza e onestà intellettuale (speriamo qualcuno ce ne rconosca), vorremmo mettere in luce. Viviamo un momento drammatico, e sarà difficile rialzare la testa. Ci strozzano il dopoterremoto e la crisi, fortissima nell’Aquilano. A noi pare che convenga scegliere chi dovrà guidare la provincia e i comuni. La cosa peggiore sarebbe restare senza guida o meglio delegare ad altri le scelte. L’Aquila deve avere la forza di esserci, stavolta più di altre. Se siete critici, anche in modo sanguigno; se avete da ridire, fatelo, è vostro diritto, ed è un segnale di vitalità . La sola cosa che a nostro avviso (è solo un’opinione, come le tante che ospitiamo sempre, da ogni
parte) si dovrebbe evitare, è squagliarsela per far parlare gli altri. Ora ci siamo, si vota, con un anno di ritardo. Non deleghiamo a sconosciuti ciò che spetta a noi decidere: il futuro. Tanto, alle elezioni qualcuno vince sempre e comunque. Tanto vale che sia chi ci pare adeguato. I saggi dicevano: gli assenti hanno sempre torto.
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