Guido non è più San Guido


Le case, quelle 4.500 case, sono lì e dentro c’è la gente. Il resto è tutto da fare a L’Aquila e dintorni. Significa che la Protezione civile di Bertolaso ha portato a termine il suo lavoro, benchè qualcuno – non sapremo mai chi e dove – abbia sbagliato i conti degli sfollati e dei tetti sotto i quali sistemarli. Ma Guido non è più San Guido, come a qualcuno appariva. Poco mancava che Bertolaso apparisse ai fedeli, come la Madonna di Lourdes. L’età ci ha insegnato semplicemente a non adorare nessuno. Evidentemente, non lo ha insegnato a tutti. Il resto è da vedere, perchè nessuno è colpevole fino alla sentenza di condanna, e questo vale soprattutto quando gli indagati sono eccellenti.
Su un aspetto di questa vicenda che ha demolito Bertolaso, almeno agli occhi dei più, sembrano tutti d’accordo: il sottosegretario deve dimettersi. Se il personaggio ne verrà fuori pulito, meglio per lui. Rimarrà bravo (comunque lo
è) e immacolato. Se non sarà così, sarà stato giusto invocarne le dimissioni, sia pure con la delicatezza con cui la Pezzopane ha parlato (chiaro) da Gad Lerner. Ciò che amareggia gli italiani attenti alla democrazia, è che le dimissioni, in casi del genere, in qualsiasi altro paese, sarebbero già state date. E accettate. Qui diventano un caso nazionale, tra gli sghignazzi osceni e marcescenti delle iene a due gambe che avevano l’acquolina in bocca mentre L’Aquila cominciava a contare i suoi morti.



15 Febbraio 2010

Gianfranco Colacito  -  Direttore InAbruzzo.com - giancolacito@yahoo.it

Categoria : Editoriale
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