Se fossimo semplicemente un paese normale


Se fossimo un paese normale, Tremonti non direbbe che “ai terremotati è stato dato anche troppo”. Diremmo noi che ai ministri, o almeno a taluni ministri, i cittadini danno anche troppo, sia in denaro che in considerazione civile. Noi abbiamo avuto una sola di troppo: il terremoto, che lo Stato e i suoi cervelloni ben pagati hanno sottovalutato prima e dopo.
Se fossimo un paese normale i terremotati avrebbero una casa provvisoria, se non ne hanno una agibile. Nessunol avrebbe sbagliato i conti e costruito case che non sono sufficienti. O almeno chi li ha sbagliati, starebbe a mungere i tori in Andalusia.
Se fossimo un paese normale, sarebbe stato già pagato da tempo tutto a tutti coloro che ne hanno diritto, secondo il Governo, e non avremmo i ritardi, gli errori, le confusioni e le baggianate della burocrazia. Tutto, almeno nel dopo terremoto, funzionerebbe meglio.
Se fossimo un paese normale, ai contadini sarebbe pagato un giusto prezzo per i loro prodotti, nessuno ingrasserebbe nella filiera verso i mercati, e soprattutto sarebbero stati pagati i 300.000 euro del latte distribuito nelle tendopoli.
Ma siamo in Italia, in Abruzzo e a L’Aquila, dove nulla è normale. Neppure noi, in fondo, che non sappiamo prendere a calci i tanti che lo meritano, e dire grazie a chi ha lavorato bene. Pochi grazie, e una grandinata di calcioni nei glutei.



07 Dicembre 2009

Gianfranco Colacito  -  Direttore InAbruzzo.com - giancolacito@yahoo.it

Categoria : Editoriale
del.icio.us    Facebook    Google Bookmark    Linkedin    Segnalo    Sphinn    Technorati    Wikio    Twitter    MySpace    Live    Stampa Articolo    Invia Articolo   




Non c'è ancora nessun commento.

Lascia un commento

Utente

Articoli Correlati

    Nessun articolo correlato.