Che cantonata, senatore Piccone…
Il senatore Filippo Piccone, uno dei cervelli del PdL in Abruzzo, ha preso una storica cantonata affermando che L’Aquila è ormai un ex capoluogo, e che il vero capoluogo è Pescara. O qualcosa di simile. Sappiamo che i politici sono soliti rimangiarsi ciò che dicono, accusare i giornalisti di aver frainteso, e spiegare il “vero significato” delle loro parole dopo aver preso una tranvata.
Lo fa persino il leader del PdL. Berlusconi. Diamo per scontato che lo farà anche Piccone, ma questo non cancellerà la sua cantonata. Tutto l’Abruzzo, Pescara in testa – città davvero cordiale e civilissima – ha abbracciato gli aquilani dopo ciò che loro è capitato. Sfilare il capoluogo ad una città in ginocchio è un atto che non farebbe nessuno, se non altro perchè sarebbe un grossolano errore politico. Certi atti politici offendono anche chi li fiancheggia. Persino chi in cuor suo si augurava forse un disastro maggiore, non lo direbbe mai. Piccone, quindi, ha commesso (tralasciando ogni altra
considerazione) un errore. Ed ha in qualche misura coinvolto la sua parte politica, perchè ne è un pezzo da novanta. Non osiamo pensare che farebbe bene a dimettersi, perchè da queste parti dell’ultimo dimissionario si è persa la memoria. Ma bene farebbe la sua parte politica, il PdL, a consigliare al proprio esponente di cambiare mestiere. E’ un imprenditore, Piccone: lo faccia, sarà bravissimo. La politica non è per lui. Di guai e problemi ne abbiamo tanti, da ritenerci saturi fino al prossimo secolo. Non ne crei altri a se stesso, al suo partito, alla politica, all’Abruzzo, questo Filippo Piccone che non è un picconatore, ma un autolesionista e un nocivo.
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