La libertà rifiuta limiti e confini
Se si è liberi davvero, non si hanno limiti e confini. Naturalmente nessuno, per il solo fatto di vivere in una società , ha tutta la libertà di cui avrebbe diritto. Nelle aule delle facoltà giuridiche si insegna che “la mia libertà finisce dove comincia la tua”. Un’utopia, quindi, almeno nel mondo socialmente organizzato. Ma nelle grandi scelte della vita e della morte, la libertà non ha davvero confini. Lo ha insegnato Beppino Englaro, al Convegno sulla laicità svoltosi a Pescara, una dignitosa e colta iniziativa in un paese, come il nostro, in cui la scuola non insegna nulla sui diritti e sui doveri. La buona “educazione civica” di un tempo ormai non esiste più, se non sulla carta. Gli stessi insegnanti sovente non sanno nulla di diritti, leggi, codici, principi dell’ordinamento giuridico. Englaro ha ribadito semplicemente che anche la scelta di curarsi o non curarsi deve essere interamente deferita al singolo. In certe situazioni, la libertà non deve e non può neppure essere scalfita. Invece sull’eutanasia e sulla scelta di Eluana Englaro, nello scorso febbraio, si è accesa la solita sguaiata disputa politica, con sentenze e controsentenze, prediche, dichiarazioni, sbrodolamenti retorici in tv a non finire. Oltre a non avere nella nostra cultura il concetto di libertà e di diritto del singolo alle scelte che lo riguardano, non abbiamo neppure più il decoro di conservare il silenzio e il rispetto per chi fa scelte dolorose, ma scelte che gli competono. Il convegno sulla laicità è diventato una lezione di educazione e civismo. Quella di cui l’Italia greve, fracassona e demente della tv peggiore, dell’incultura di massa irrigata perchè conveniente ai politici, ha profondamente bisogno. Gettata alle ortiche la “patria del diritto”, siamo ormai la patria del gossip, degli insulti, dell’ignoranza come metodo di vita.
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