Le regole tardive sono nocive e inique


L’Aquila è diventata un suk mediorientale di baracche, baracchine, fugoni, venditori di cibi da accapponare la pelle, evasori abituali del fisco, nemici dello scontrino e della dignità del mangiare. Stupisce che i vigili urbani, colti da soprassalto, abbiano severamente incerottato un chiosco di viale Croce Rossa. Può darsi che abbiano avuto ragione ad agire, per carità, perchè qui ormai le regole sono un ricordo del passato, come il centro storico. Ma le regole tardive, i cipigli a caso ripensato, in un caos così dilagante, suscitano sospetti di resipiscenza. La zona è un caravaserraglio ininterrotto di legnami inchiodati che smerciano tutto, un arcobaleno di iniziative selvagge, una danza di porchettari con la febbre. Come si può essere severi con uno, e non occuparsi di tutto ciò che sta accadendo in una città completamente abbandonata a se stessa? Tornino ordine e rigore, magari sommessamente e pacatamente, per tutti. Torni un minimo di dignità, benchè sia difficile conservarne un pizzico in un momento tanto difficile. Abbiamo battuto ogni record di vergogna con gli affitti alle stelle sparati sulla pelle della povera gente che cerca casa e locali per lavorare. Vogliamo ora affondare nella boutade del tardivo rigore, mentre tutto si scolla e si schioda?



18 Settembre 2009

Gianfranco Colacito  -  Direttore InAbruzzo.com - giancolacito@yahoo.it

Categoria : Editoriale
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