Rose timide, pungenti, ora secche
Avevamo un paio di piante di rose timide e pungenti, spinosissime, ma di colori ed effluvi stupendi. Quasi spontanee, zampillate tra l’erbaccia invadente e cresciute negli anni, senza cura. Un regalo della natura a chi non ha molto tempo per occuparsi di lei. Le due piante di rose si sono seccate nel corso dell’aprile crudele, benchè avessero avuto molta acqua dal cielo: stagione piovosa. I frèmiti e le febbri deliranti di una terra sconvolta, la ferita inferta dalla natura alla normalità dei giorni di primavera (le altre, non questa), chi può dirlo? Le rose, tuttavia, sono tenaci e forti: speriamo che dai recessi tra le zolle e le radici serpeggianti delle essenze selvatiche, spuntino di nuovo. Sarebbe un bel segnale. Intanto nùgoli di insetti – ignari della malanatura che ci stritola presente e passato – ronzano attorno ai ceppi vecchi delle rose, ai ceppi che non hanno linfa, non daranno germogli nè petali profumati. Cercano le rose. Forse in un’altra vita, l’anno venturo, torneranno.
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