Rose timide, pungenti, ora secche


Avevamo un paio di piante di rose timide e pungenti, spinosissime, ma di colori ed effluvi stupendi. Quasi spontanee, zampillate tra l’erbaccia invadente e cresciute negli anni, senza cura. Un regalo della natura a chi non ha molto tempo per occuparsi di lei. Le due piante di rose si sono seccate nel corso dell’aprile crudele, benchè avessero avuto molta acqua dal cielo: stagione piovosa. I frèmiti e le febbri deliranti di una terra sconvolta, la ferita inferta dalla natura alla normalità dei giorni di primavera (le altre, non questa), chi può dirlo? Le rose, tuttavia, sono tenaci e forti: speriamo che dai recessi tra le zolle e le radici serpeggianti delle essenze selvatiche, spuntino di nuovo. Sarebbe un bel segnale. Intanto nùgoli di insetti – ignari della malanatura che ci stritola presente e passato – ronzano attorno ai ceppi vecchi delle rose, ai ceppi che non hanno linfa, non daranno germogli nè petali profumati. Cercano le rose. Forse in un’altra vita, l’anno venturo, torneranno.



10 Maggio 2009

Gianfranco Colacito  -  Direttore InAbruzzo.com - giancolacito@yahoo.it

Categoria : Editoriale
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