Ma ora basta con le passerelle
A visitare le zone terremotate sono venuti tutti, proprio tutti, dal capo dello Stato al pontefice. Nessuno dice che la gente devastata e smunta, triste e provata fino alla sofferenza fisica, non abbia apprezzato. Benvenuti tutti, grazie a tutti. Poi ci sarà il G8 e ne vedremo di tutti i colori. Ma ora, per favore, basta con le passerelle, o con quelle che ormai a quasi tutti sembrano solo passerelle. Se vip e big desiderano venire a rendersi conto dello sfacelo, lo facciano: in autobus, in auto, in bicicletta, ma in privato e in silenzio. Non ne possiamo più di parate e dichiarazioni formali, spesso molto banali.
I big e i vip vengano a portare fatti, carte firmate, soldi e ruspe. Annunci di cose già fatte, e non di cose promesse. Non è sfiducia, non è qualunquismo: è bisogno di una popolazione stremata che deve fare i conti con la tragedia. Francamente, non ci piace neppure che a Celestino V sia reso omaggio diretto e senza doppiezze (care da sempre alla chiesa romana) solo dopo il terremoto. Lo diciamo oggi, a papa ripartito. Ma può essere una nostra ruvida opinione, e non conta. Le passerelle, invece, hanno stancato tutti.
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