Purchè non si caccino fantasmi


Lo Stato ha funzionato, sarebbe assurdo che non funzionasse ora il suo potere più rassicurante e garante delle regole: quello giudiziario. Le parole del procuratore Rossini (arresterò i responsabili, niente indagati) sono un conforto per chi ha avuto morti, feriti, dolori insanabili, danni rovinosi. Ma non vogliamo che si caccino i fantasmi, che si impugni la doppietta verso gente sparita o invecchiata, morta o ormai non più in condizione di rispondere di un bel niente. L’ospedale ha più di trent’anni, la casa dello studente aveva diversi anni alle spalle. C’è ancora chi potrà tendere i polsi alle manette?
La tragedia aquilana non ha rimedio, nè è il momento di alzare la voce, strepitare, inveire. La nostra città è sparita per assai più della metà. Questo è un fatto, il resto – di fronte ad una tale rovina – appare secondario. A rispondere alla giustizia deve essere il sistema: progettisti, impresari, cementieri, controllori, direttori dei lavori, collaudatori pagati a peso d’oro, geni civili e quanti altri hanno scaldato sedie dorate e lucrato fortune, magari coperti dal potere politico che non è mai innocente.
Sarà possibile una cosa del genere dopo tanto tempo? Italia meravigliosa quando è tempo di aiutare, Italia vergognosa quando tutto va bene e c’è da far soldi. Questa è l’amarissima, velenosa verità, anche non sono le stesse persone quelle che aiutano e quelle che lucrano quando nulla è ancora accaduto.



15 Aprile 2009

Gianfranco Colacito  -  Direttore InAbruzzo.com - giancolacito@yahoo.it

Categoria : Editoriale
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