Democrazia zoppa, ma sempre democrazia
Le incombenti elezioni di giugno hanno da tempo scombinato l’assetto politico, e come sciami sismici minacciano di spicinare partiti e coalizioni. Il voto, qui da noi, non è un evento sereno, capace di compiacere i cittadini, finalmente chiamati ad assolvere o condannare i politici. Qui tutto si vive con ansia, con tremori e veleni, e la prima disfida è quella per le liste. Capi e capetti, candidati e aspiranti candidati si infilzano come tordi, tramano, sparano a zero, preparano secchiate di fango da lanciarsi con l’ausilio del ventilatore. Quando è fango… c’è di peggio.
Dopo decenni di democrazia, zoppa se volete, ma democrazia, avremmo dovuto imparare a comportarci meglio: nelle liste vada chi ha bene operato, si contino le cose fatte, gli obiettivi raggiunti, prima di tutto. In caso di nomi e volti nuovi, i partiti e i loro burattinai sappiano scegliere i migliori, i più stimati, magari (scusate la retorica) i più onesti. Scelte che non dovrebbero essere difficili, perchè qui da qualche anno si contano i politici dentro e quelli fuori: dalle carceri e dai processi. Dunque, onesti e puliti sono pochini.
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