Amor politico


Il rimpasto del sindaco Cialente ha causato due effetti. Uno, la possibilità che la giunta comunale finalmente funzioni. Due, la reazione delle due assessorine eiettate e sostituite. Che le due signore non gradissero l’estromissione, pareva scontato. Che sostengano oggi di essersi ritrovate “spoltronate” senza saperne nulla, suscita incredulità: se ne parla da mesi. Forse le due gentili non leggono i giornali? Se è così, lo facciano in futuro. Spesso ciò che accadrà in politica, viene “soffiato” prima ai cronisti sodàli che agli interessati. Così acquista autorevolezza e consistenza.
Quanto al miglior funzionamento della giunta, ora che le signore sono spodestate, potremmo sperarlo, più difficilmente crederlo.
La Tarquini e la Celi non erano delle cattive assessore. Erano come gli altri, chi più, chi meno. Se la macchina comunale cigola come le vecchie carcasse di corazzate sovietiche nei mari del Nord, non è colpa di qualcuno: è la condizione implicita al Comune. Sono stati sprecati due anni per fare posto a SD e ai socialisti. Non si poteva fare prima? Aspettiamo che qualcosa vada meglio. Pare si stare nel deserto dei Tartari. O nell’indeterminazione di Heisenberg. Scegliete voi.



21 Marzo 2009

Gianfranco Colacito  -  Direttore InAbruzzo.com - giancolacito@yahoo.it

Categoria : Editoriale
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