Scendete dal tapis roulant


Si è voluto lasciare al comando della ricostruzione coloro che hanno gestito il territorio prima del 6 aprile ed ecco a tutti voi i risultati. In alcuni contesti si dice che se si ha un ruolo e non si portano delle soluzioni ad un problema si è parte del problema. Come logica conseguenza i problemi vanno eliminati se si vogliono raggiungere gli obiettivi che nel nostro caso sono uguali e specifici per un’intera collettività.
Mi dicono che un tempo i partiti servivano proprio a questo ma oggi hanno trasformato la propria funzione in agenzie di stampa, in gestori di blog di gossip o cose simili. Ma voi non siete stufi di sentire il sindaco dell’Aquila, i commissari, gli assessori e i segretari lamentarsi costantemente perché qualcun altro non ha fatto qualcosa e poi di conseguenza quell’altra cosa e poi passano 18 mesi e poi 2 anni e poi arriviamo a 5 e poi non è più colpa loro perché ci sono state le elezioni e riparte la girandola con altri bla bla bla? Per coloro che amano le scenografie io li vedo sempre in corsa, sudati con un piccolo asciugamano in mano pronti a tamponare la fronte prima della conferenza stampa o della diretta nazionale, poi, se si allarga il cono di visuale della scena, si vede che non stanno facendo neanche un metro in avanti verso la soluzione dei problemi della comunità perché corrono su se stessi sopra un tapis roulant e il sudore non serve a nulla se non a far sembrare, a coloro che hanno una visuale più stretta, di essersi impegnati come matti per il bene di tutti. Tutto finto, come tante cose che sono passate e si sono lasciate passare sul territorio dell’Aquila, tranne le più tragiche.
Come possono dei politici che sono espressione di partiti e quindi, in qualche modo, di parte, con delle priorità elettorali di breve termine, gestire efficacemente un qualcosa che per sua natura è un progetto pluriennale e quindi di lungo termine? Il ruolo politico, caratterizzato l’obiettivo e quindi definito il cosa e come ricostruire, non può che essere confinato ai meccanismi di verifica e controllo dell’operato di un comitato guida capace di relazionarsi con il governo e con gli enti locali. Sarà difficile portare i vari bla bla bla a mettersi una mano sulla coscienza e fare la cosa più giusta per recuperare il recuperabile.
Dopo 18 mesi ancora aspettiamo che ci caratterizzino l’obiettivo (da mesi chiediamo un piano di sviluppo della città a 20+2 anni sulla base del quale possa essere definita una strategia e tutte le azioni conseguenti fra cui un master plan che ha una connotazione squisitamente urbanistica e che quindi non può precedere il piano di sviluppo, il porto – il nulla – il silenzio più ignorante ed arrogante della storia della città dell’Aquila). Poi, così come è configurata la governance oggi, gli stessi soggetti dovranno porre in essere le azioni per raggiungere gli obiettivi. Praticamente se la suonano e se la cantano ma senza fare perché sono legati al vincolo del breve termine e del voto, in alcuni casi non hanno ne le competenze tecniche per cantare e in molti casi non hanno le idee per usare le parole adatte. La verifica è lasciata all’opinione pubblica che nell’arco di un tempo indeterminato, non conoscendo le caratterizzazioni dell’obiettivo, non avendo dati misurabili e immersa in un mare di problemi quotidiani sfiancanti, si comporta da curva ultrà dell’una o dell’altra squadra. Non so se il tutto sia voluto ma chiunque l’abbia pensato ha ragionato in un’ottica di breve periodo e quindi ha ragionato da politico preoccupato di gestire il presente ad ogni costo. Di certo, non potranno nascondersi di fronte al giudizio distaccato delle future generazioni che riguarderanno tutti i fatti con un cono di visuale che sarà ampio ed al tempo stesso potranno verificare nel dettaglio il loro operato, ma anche il nostro. Forse, prima di andare a fare la marcia su Roma senza un’idea di futuro della città, andava fatta una marcia sul comune, poi una marcia sulla regione e solo dopo marciare sul governo centrale. Ci hanno fatto invertire l’ordine. Ora è giunto il momento di fare le cose nell’ordine giusto e far scendere dal tapis roulant chi di danni ne ha fatti fin troppi. Il futuro è roseo se si prendono le distanze con ordine e determinazione.



31 Agosto 2010

Pier Paolo Visione  -  Dottore Commercialista e Revisore legale in L’Aquila

Categoria : Editoriale
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