Libertà di stampa mediata da dirigenti politicizzati


La libertà di stampa che significa libertà di espressione e di informazione è una colonna fondamentale dello stato democratico. La Costituzione italiana le dedica, appunto, l’articolo 21. Stesse tutele si hanno nel mondo anglosassone che prende come riferimento e faro della democrazia il Primo Emendamento alla Costituzione americana. Le uniche riserve previste dalla costituzione italiana sono quelle di un controllo delle manifestazioni contrarie al buon costume.
Su tali presupposti, il garante della nostra costituzione, Giorgio Napolitano, al vertice Uniti per l’Europa, mise la libertà di stampa tra i cardini della cultura e del sistema politico dell’Europa: “Bisogna aver fiducia nell’attaccamento delle opinioni pubbliche ai principi liberali, particolarmente a quello della libertà e del pluralismo dell’informazione”. Il presidente della Repubblica Federale Tedesca, Horst Koeler disse testualmente che “il vecchio continente certamente deve valorizzare le riserve di saggezza che ci sono nei nostri popoli e nelle nostre opinioni pubbliche”. “Il che – aggiunse – significa avere fiducia nell’attaccamento dei nostri popoli e delle nostre opinioni pubbliche ai principi liberali e democratici su cui poggia la costituzione europea, compreso e non ultimo il principio della libertà e del pluralismo dell’informazione”.
Tutti concordi quindi sull’importanza della libertà di stampa e pronti a tutelare in ogni atto amministrativo tale valore? Non proprio e guarda caso è la nostra cara Regione Abruzzo a scrivere, con disinvoltura e sfacciataggine inaudita, un’altra pagina nera di mancato rispetto dei principi statuiti dall’art. 21 della costituzione e dall’art. 41 che in tema di concorrenza prevede che “l’iniziativa economica privata è libera”.
Oggi, Giornata mondiale della libertà di stampa, istituita dall’ONU, Inabruzzo.com pone in evidenza una censura indiretta posta in essere dalla Regione Abruzzo in modo subdolo e a dir poco scorretto verso alcuni giornali online che sulla base di scelte soggettive vengono esclusi a priori da provvigioni utili a fornire un servizio informativo migliore e tempestivo al territorio.
Ci si riferisce alla deliberazione 266 del 12 aprile 2010 pubblicata il 30 aprile 2010 sul Bollettino Ufficiale della Regione Abruzzo n. 28 riguardante la “Definizione dei criteri di distribuzione e assegnazione
dei notiziari delle Agenzie di Stampa.” Per i non addetti ai lavori, in pratica, la Regione Abruzzo paga, per conto di alcuni giornali online del territorio, le agenzie di stampa nazionali. Il valore percepito dai giornali online è di circa 6.000 euro cadauno all’anno. I criteri previsti per scegliere i giornali online non sono ne meritocratici ne di tipo oggettivo basati sulla qualità informativa offerta o sul gradimento degli utenti. Il tutto si riduce al seguente filtro imposto dal bando scritto da qualcuno che voleva evitare di fare troppe considerazioni sulla scelta dei giornali online da supportare: “possono presentare domanda i titolari delle testate giornalistiche diffuse a mezzo web che siano registrate nell’elenco della stampa del competente Tribunale da una data antecedente il 1 gennaio 2007”.

Accettata in piena faccia verso tutte le testate giornalistiche online, tipo InAbruzzo.com, che nata da poco più di un anno, febbraio 2009, senza nessun contributo pubblico e senza nessun permesso a scrivere richiesto al capobastone di turno, vanta centinaia di migliaia di accessi unici al mese da tutto l’Abruzzo e che tanti sacrifici è costretta a fare ogni giorno per garantire un’informazione libera e votata al rispetto della volontà e dei diritti del suo unico padrone: i cittadini.

Premesso che Inabruzzo.com continuerà a svolgere regolarmente il suo lavoro, con un grado di dignità in più rispetto a chi è costretto ad andare dal capo bastone di turno con il cappello arrotolato nelle mani, raggiungendo entro il prossimo anno il doppio degli utenti unici attuali grazie all’apprezzamento di tutti i portatori di interesse della regione Abruzzo capaci di intendere la qualità e la libertà dei contenuti offerti, ci si augura che la politica regionale si accorga del grave errore commesso, sicuramente non per propria volontà diretta, ma a causa di un’interpretazione del settore fatta da dirigenti obsoleti che hanno predisposto malignamente il bando in questione.
E’ necessario cambiare immediatamente rotta correggendo il bando e aprendo lo stesso a tutte quelle testate giornalistiche che andranno poi valutate su basi oggettive di qualità quali gli utenti unici raggiunti giornalmente e altri criteri oggettivi. I giornali di partito vengono già sovvenzionati da altre linee di finanziamento pubbliche e non hanno certo bisogno di ulteriori regali che vista la grave situazione economica potrebbero essere dirottati a più liberi e nobili fini, quali la ricostruzione della città dell’Aquila o la creazione di servizi per i più bisognosi.
Infine, non se ne vorrà il redattore del bando se si fa presente che lo stesso ha dei riferimenti giuridici obsoleti e non attuali, quali la registrazione presso i Tribunali ai sensi della Legge n. 47 del 1948, sorpassati e sostituiti dalla legge n. 249 del 31 luglio 1997 che istituisce il registro degli operatori di comunicazione alla cui tenuta sovrintende il consiglio dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni.
La regione ha bisogno di politici con dei valori sani e dei dirigenti regionali che si limitano a porre in essere tecnicamente la volontà politica. Gli intrallazzini politicizzati amici degli amici sono un cancro per lo sviluppo democratico del territorio abruzzese che in periodi di crisi di valori e di grave crisi economica vanno radicalmente cambiati. Se non si vuole tagliare l’albero che almeno ci si attivi per raddrizzarlo con tanta ma tanta formazione e con l’adozione di criteri di controllo di gestione che vadano a verificare la tendenza, in economicità e trasparenza, verso gli obiettivi posti in essere dalla politica.



03 Maggio 2010

Pier Paolo Visione  -  Dottore Commercialista e Revisore legale in L’Aquila

Categoria : Editoriale
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