Cattivi maestri


Seguitare a leggere le comunicazioni tra i personaggi coinvolti nella gestione della protezione civile italiana genera un grande dolore. Poi, quella superficialità e quei giudizi affrettati verso chi provava a far emergere un segnale di allerta in città prima del terremoto grida vendetta. Chissà se loro sanno di essere dei cattivi maestri nonostante abbiano ricevuto i premi e le medaglie dalla società civile e dalla politica locale. Come possiamo pensare di educare e formare i bambini e i ragazzi delle scuole di ogni ordine e grado se tali signori vengono indicati come il bene della società mentre altro non sono che dei cialtroni rivestiti, come dice uno di loro in un’intercettazione, con la cravatta. Per di più, cialtroni autorizzati a rubare. Loro, i nostri ragazzi, abituati a vedere il successo e le buone azioni solo se amplificate sulle tv o sui giornali potrebbero cadere in un grande stato confusionale. Un giorno vediamo gli eroi sul giornale portati sul palmo della mano da tutti i politici e ora le stesse persone alla gogna. Ma a chi devono credere i nostri ragazzi se anche i loro genitori manifestano l’indifferenza più assoluta verso il malaffare ed i collusi. Il sistema politico ha fallito in tutti i sensi avendo permesso che dei mediocri arrivassero ad occupare per anni delle posizioni critiche per la definizione del futuro di un territorio. Penso che ci siano troppi cattivi maestri in giro e che le nostre famiglie incominciano ad avere difficoltà nel distinguere il bene sociale dal cancro sociale, anzi, siamo al punto che non vogliono più distinguerlo e accettiamo cosa ci viene proposto passivamente come le nuvole che scorrono nel cielo. Ci vorrebbe di nuovo in città Fra Bernardino da Siena per ripulire gli ordini conventuali, riportare un po’ di spirito in giro e gridare contro il sistema degli usurai, oggi mascherati da vesti con personalità giuridica e con marchi di grandi banche, che lucrano sulle disgrazie dei poveracci senza pudore e senza costume. E allora, ripeto con gran forza che non è possibile lasciare la fase della ricostruzione della città dell’Aquila a coloro che hanno gestito la fase preventiva del terremoto. Bertolaso ha preso di petto la fase emergenziale svuotando i poteri e le menti dei locali dicendo che erano emotivamente coinvolti. Ma ora, coloro che sono emotivamente e penalmente coinvolti sono loro. Gli avvoltoi presenti sia nei ranghi imprenditoriali che istituzionali. Purtroppo, chi ha condiviso con tali soggetti, senza pensiero e senza amore per la propria terra ed i propri morti, le scelte dei primi 10 mesi ,ora non può versare lacrime di coccodrillo ma deve tornare a fare ciò che faceva prima se si ha un mestiere ed un briciolo di dignità. Il pensiero liberale dice che l’uomo è puro egoismo, ma che perseguendo il suo egoismo in libertà è in grado di apportare un beneficio concreto a tutta la società in termini di ricchezza e benessere, ma nel rispetto del principio di non recare mai danno agli altri, cioè essendo fondamentalmente giusto nelle sue azioni. Li dove si arreca danno agli altri, in un paese civile, è necessario che intervenga lo Stato prima di cadere nelle barbarie. Chiediamo, quindi, a gran voce l’intervento dello Stato. Voi, invece, cialtroni da due soldi, dovete andare via da questa terra piena di pietre che uccidono e di nobili ricordi.



17 Febbraio 2010

Pier Paolo Visione  -  Dottore Commercialista e Revisore legale in L’Aquila

Categoria : Editoriale
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