Sì Fiat, toccherà anche all’Abruzzo?


L’Aquila – IL VOTO TORINESE VISTO DA SEVEL E MAGNETI MARELLI – PSI: DOPO TORINO TOCCA ALL’ABRUZZO? – FIOM: BATOSTA A MARCHIONNE -I risultati del voto torinese (sì o no a Marchionne e al suo nuovo regime), in cui ha prevalso per il 54% il sì, vengono commentati con attenta partecipazione da lavoratori e sindacalisti di due aziende che in Abruzzo fanno capo alla Fiat: la Sevel di Atessa e la Magneti Marelli di Sulmona. In tutto quasi 6.000 lavoratori (più altre centinaia nell’indotto), dei quali 740 a Sulmona, dove la Magneti rappresenta un vero pilastro della consunta occupazione peligna. Ad Atessa si temono incognite e in sostanza un analogo braccio di ferro sul sì e sul no a possibili nuove forme contrattuali. Lo stabilimento della Val di Sangro produce il furgone Ducato e conta tanti lavoratori, quanti sono stati quelli chiamati al voto a Mirafiori. Logico quindi attendersi una prova analoga. Oggi c’è chi sottolinea che il sì ha prevalso per poco a Torino, chi auspica che qui, se vi sarà un voto, vinca il no, chi parla di ricatto al quale i lavoratori sono costretti ad assentire. O la minestra, o la finestra. Del resto, ci si attendono anche investimenti, come a Torino, e si chiede con forza che le istituzioni abruzzesi pretendano da Marchionne un piano industriale chiaro e trasparente.
A Sulmona, c’è minore apprensione. Il nuova Panda prodotta a Pomigliano dovrebbe portare investimenti per 5-6 miliioni anche in Valle Peligna, dove la Magneti produce le sospensioni per le vetture. C’è chi spera che non solo i posti attuali vengano mantenuti, ma possano essere anche aumentati. Dunque minore apprensione e molte speranze.

FIOM – “E’ un atto di coraggio eccezionale e una colossale sconfitta politica e morale per Marchionne e i suoi sostenitori”. Cosi’, nonostante la vittoria dei si’, il segretario provinciale di Chieti della Fiom, Marco Di Rocco, commenta il risultato del referendum di Mirafiori. “Il referendum – aggiunge – e’ stato deciso in sostanza dagli impiegati perche’ gli operai hanno detto di no in modo rilevante, nonostante il ricatto messo in atto da Marchionne. Bisogna apprezzare il grande coraggio e l’onesta’ di una grandissima parte dei lavoratori di Mirafiori che hanno detto no all’accordo. Gli operai delle linee di montaggio hanno detto no, di fatto sono stati decisivi gli impiegati che a Mirafiori sono in gran parte capi e struttura gerarchica. E’ chiaro a tutti, ora, che c’e la forza per andare avanti e per rovesciare l’accordo della vergogna. Continueremo a rappresentare le speranze dei lavoratori nella manifestazione del 28 gennaio prossimo in programma a Lanciano. Questo risultato – conclude Di Rocco – ci da’ la forza per contrastare Marchionne e i suoi compari anche in Sevel”.

DOPO MIRAFIORI TOCCA ALL’ABRUZZO ?
Se lo chiede il segretario regionale del PSI Massimo Carugno, che scrive: “Si è appena conclusa la vicenda di Mirafiori, con una risicata vittoria dei SI, e non possiamo non chiederci se il prossimo passo di Marchionne non sia rivolto all’Abruzzo.
La vicende di Pomigliano e Mirafiori, per quanto siano state al centro della attenzione dell’intero paese e quindi anche nostro, le abbiamo vissuto comunque da lontano. Stavolta potrebbe toccarci da vicino, potrebbe interessare le nostre comunità, il destino di nostri concittadini, il futuro di gente e famiglie abruzzesi.
La partita è giusto che la giochino le forze sindacali senza che la politica ci entri più di tanto.
L’unico ruolo che la politica avrebbe, e dovrebbe giocare, ma fino ad ora non lo ha fatto, è quello che avrebbe dovuto svolgere il Governo come arbitro super partes e garante della legittimità e del rispetto degli accordi.
Ma, come è noto, Premier in testa il Governo o è stato assente o ha detto cose spudoratamente di parte.
In Abruzzo, quindi, toccherà ai sindacati scendere in campo e l’unica cosa che la politica deve fare è ricordare che i due insediamenti della casa torinese, Atessa e Sulmona si trovano in due aree di forte depressione economica e occupazionale.
Stavolta il fattore “posti di lavoro” è determinante per la SOPRAVVIVENZA di interi comprensori dove gli insediamenti FIAT non sono una delle risorse ma ormai l’UNICA RISORSA ! E allora la politica deve solo dire che stavolta è auspicabile che TUTTI i sindacati perseguano un progetto sindacale e lascino fuori i progetti politici Cerchino di EVITARE che la partita in gioco invece di essere giocata per i lavoratori, le loro famiglie e i loro territori sia giocata per portare propaganda a qualche formazione politica, per accrescere visibilità a qualche leader politico emergente, per portare consenso a qualche area o formazione politica, che pensa che la dialettica politica, in Italia, debba essere svolta ancora su vecchie logiche classiste ormai superate dalla storia e dalla evoluzione della società e della economia”.


15 Gennaio 2011

Categoria : Economia
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