Puntellamenti, PM chiede archiviazione
Ofena – Da Dino Rossi del Cospa riceviamo: “Puntellamenti d’oro, ma il Pm chiede l’archiviazione. Ha veramente dell’incredibile quello che accade al Palazzo di Giustizia dell’Aquila, per un esposto presentato lo scorso dicembre alla Squadra Mobile da codesta associazione, per la messa in sicurezza di alcuni immobili nel comune di Ofena, a seguito del terremoto del 6 aprile. Secondo quanto emerso dalla perizia redatta dal consulente tecnico nominato dalla Procura per la messa in sicurezza di alcuni fabbricati, i puntellamenti sono costati sette volte in più del prezziario regionale. Alla richiesta di archiviazione verrà sicuramente prodotto un ricorso al Gip, oltre alla segnalazione al CSM, al Consiglio dei Ministri e al Capo della Protezione Civile.
Noi del Cospa Abruzzo eravamo gia contrari ai puntellamenti, perché riteniamo un intervento inutile, in quanto questi interventi dovranno essere tutti rimossi a spese del proprietario, quando arriveranno i soldi per la ricostruzione.
Infatti, gli interventi di messa in sicurezza sono stati fatti senza rigor di logica, non si è previsto un intervento che poteva tornare utile al proprietario della casa. I tiranti, nonostante siano stati pagati a peso d’oro, sono stati posizionati ad altezza d’uomo in mezzo ai vani, mentre si potevano incassare nei muri portanti.
Di cantieri ad Ofena ce ne sono altri e sicuramente i costi non sono lontani da quelli esaminati dalla Procura, a questo si aggiunge tutte le ordinanze fatte per la chiusura di alcune vie di accesso, nelle quali non si è mai intervenuto con dei lavori, però miracolosamente sono state riaperte al pubblico. Non sappiamo se per queste ordinanze per la chiusura di queste strade sono stati erogati soldi per la messa in sicurezza, visto che sono state riaperte.
Un fatto analogo se fosse accaduto nella procura di Pescara, le manette sarebbero scattate da parecchio tempo sia politici locali che agli imprenditori appaltatori dei lavori in questione.
Si pensava che la Procura aquilana a seguito alla latitanza dimostrata per le segnalazioni per la casa dello studente pre-terremoto, avrebbe cambiato atteggiamento, ma stante ai fatti le cose sono peggiorate.
Ci teniamo a ricordare che sono stati spesi soldi pubblici, di cittadini, artisti e altri per i terremotati e non per ingrassare i conti di alcuni. Sicuramente di fatti analoghi a questi ce ne saranno a migliaia, uno sperpero di soldi in più che potevano essere utilizzati per ridare ossigeno alle imprese ricadenti sul cratere. Per dare una colorita mediatica su tutta la storia al fine di farc conoscere al resto della nazione di come sono stati spesi i soldi e di come la magistratura aquilana ha condotto le indagini, non è esclusa una manifestazione di protesta davanti al Palazzo di Giustizia con l’ausilio di un asino con nome ancora da decidere”.
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