Transcom: “Non possiamo riaprire a L’Aquila” – UGL: “Terremoto, pretesto per squagliarsi”


L’Aquila – “Nonostante tutti i tentativi per restare in Abruzzo, dopo 10 anni siamo costretti a sospendere le nostre attività presso la sede di L’Aquila”. Con queste parole Roberto Boggio, Direttore Generale di Transcom annuncia l’impossibilità a riaprire la sede aquilana. “Un pretesto per chiudere” grida il sindacato UGL. Pezzopane e De Matteis.
“Non e’ stato facile giungere a questa conclusione – commenta il manager di Transcom -soprattutto in un momento così drammatico per l’Abruzzo, già fortemente provato dai recenti eventi. Purtroppo non ci sono le condizioni di mercato per riuscire a pagare gli stipendi dei nostri dipendenti e siamo di fatto costretti, come prevede la legge, ad avviare la procedura di mobilità del personale della nostra sede abruzzese per tutelare la stabilità industriale dell’intera azienda ed anche l’occupazione complessiva sino ad oggi garantita sull’intero territorio nazionale. Oggi abbiamo consegnato la comunicazione ai sindacati CGIL, CISL, UIL, UGL ed alle istituzioni preposte, ma faremo tutto il possibile per contenere l’impatto sociale e ci adopereremo in ogni modo per individuare eventuali soluzioni alternative per i nostri dipendenti. Siamo sin da oggi disponibili a confrontarci con serietà e responsabilità con i sindacati”.
Il commento di Confindustria L’Aquila è di massimo supporto all’azienda in questo momento critico: “Siamo vicini a Transcom in questo difficile percorso – commenta Antonio Cappelli, Direttore di Confindustria L’Aquila – con l’obiettivo di individuare ogni soluzione possibile al fine di attenuare ripercussioni negative sul territorio, ma stanti le attuali condizioni di mercato abbiamo potuto constatare che la scelta dell’azienda, per quanto dolorosa, appare inevitabile da un punto di vista imprenditoriale”.
Da anni la multinazionale “subisce gli effetti di una concorrenza viziata ed anomala che ne ha compromesso definitivamente il precario equilibrio economico. I costi attuali sono troppo alti per attrarre a L’Aquila nuove commesse a tariffe di mercato ed il recente terremoto ha reso inagibile la sede provocando, tra l’altro, una perdita di volumi della principale commessa storica. Transcom è costretta a gettare la spugna nell’impossibilità di avere oggi una sede aquilana competitiva. Come molte delle realtà più strutturate del settore, Transcom si trova a fronteggiare la concorrenza selvaggia di chi offre prezzi sempre più bassi, pur di accaparrarsi nuove commesse, sfruttando spesso manodopera precaria e a sottocosto. Purtroppo il settore dei call center in outsourcing, dopo aver garantito occupazione e sviluppo per molti anni, oggi si trova di fronte ad un vicolo cieco, apparentemente incapace di gestire una crescita sana del comparto, frenato spesso dalle troppe rigidità, impossibilitato nell’innovazione di nuovi modelli di produttività e flessibilità e soprattutto senza un vero contratto di lavoro di riferimento e uguale per tutti”.

PROVINCIA – “La chiusura della Transcom è una vera e propria coltellata alla schiena, in un momento così particolare e delicato per L’Aquila”. Questo quanto affermato dalla presidente della Provincia dell’Aquila Stefania Pezzopane alla notizia dei licenziamenti annunciati dall’azienda. “Una decisione gravissima quella annunciata dai vertici aziendali, che contraddice le assicurazioni avute in precedenza- ha aggiunto la Presidente- Ho già avuto contatti con Boggi, con il quale nelle settimane precedenti avevamo anche discusso della sistemazione logistica, individuando una nuova sede. Tuttavia ora sembra che la motivazione addotta per i licenziamenti sia la mancanza di commesse. Un’impostazione davvero inaccettabile. Non scherziamo. In questo momento così drammatico licenziare 360 persone è davvero un’assurdità”. L’assessore al Lavoro Ermanno Giorgi reclama un intervento del Ministero dell’Industria e della Regione per evitare lo smantellamento dell’azienda.

UGL – Questa mattina , presso la sede provvisoria di Confindustria a L’Aquila, la Transcom ha comunicato ai sindacati la volontà di dismettere il sito aquilano. Transcom, e non ne siamo certo meravigliati, scrive il sindacalista Piero Peretti, è la prima azienda che, prendendo a pretesto le difficoltà del sisma, alza i tacchi ed emigra. “Se da un punto di vista formale il tutto rientra nella normalità delle cose in quanto un’azienda ha la facoltà di chiudere un sito se lo ritiene non redditizio, dal punto di vista morale Transcom ha schiaffeggiato sonoramente un’intera città. I signori del call-center hanno “munto” i nostri ragazzi a partire dal 2000 garantendosi utili profitti ed ora, totalmente insensibili alle difficoltà che sta vivendo L’Aquila che tanto ha loro dato, lasciano in mezzo alla strada più di 300 famiglie”.
L’Ugl condanna con forza questo cinico atteggiamento ed attiverà qualsiasi iniziativa al fine di evitare che i 300 posti di lavoro possano essere persi. L’Aquila ha bisogno di lavoro per rinascere! Abbiamo coinvolto il Sindaco Cialente che si è impegnato ad interpellare immediatamente Vodafone (unico cliente di Transcom). Domani, alle ore 11 nel piazzale antistante lo stabilimento Transcom, assemblea congiunta di UGL, Cgil, Cisl e Uil. Non si escludono eclatanti azioni di protesta.

DE MATTEIS – “E’ assolutamente urgente e necessario avviare una solerte trattativa cui devono partecipare Transcom, Sindacati e Istituzioni per evitare che alla gravissima crisi occupazionale che vive la città si aggiunga quest’ulteriore colpo. Ho avuto contatti con Transcom e Confindustria ai quali ho ribadito l’immediata necessità di un incontro per scongiurare i licenziamenti. Fin da domani ci attiveremo per avviare le condizioni di un tempestivo confronto. Mi auguro che il buon senso di ognuna delle parti prevalga su ogni motivazione. Oggi più che mai le parti devono mostrare senso di responsabilità e consapevolezza dei problemi”. E’ quanto dichiarato stasera da Giorgio De Matteis.


08 Giugno 2009

Categoria : Cronaca
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