Ricostruzione – Perchè gli aquilani non dovrebbero versare le loro tasse?


(di Giampaolo Ceci) – Perché gli aquilani non dovrebbero versare le tasse? Si dice perché con la crisi economica generata dal sisma le popolazioni hanno guadagnato meno o hanno sostenuto più spese. Ma questi cittadini, se rientrano nella no tax area, non pagheranno comunque le tasse e se hanno guadagnato meno non significa necessariamente che sono al limite della sopravvivenza. Pagheranno in proporzione ai loro redditi dell’anno come ogni altro cittadino italiano.
Tra chi non dovrebbe versare le tasse ci sono anche quelli che hanno redditi molto alti per i quali la sospensione del versamento delle tasse non si giustifica logicamente, anzi mi pare un ingiusto privilegio.
Si dice che per questi cittadini “abbienti” avere dei soldi in più potrebbe risultare utile, ma perché? Per risollevare l’economia che langue? Qualcuno me lo spieghi come per cortesia.
Allora perché si fa della restituzione delle tasse un problema così grave da divenire una questione di vita o di morte come se da questo dipendesse la ripresa economica dell’economia locale?
È vero che in altri sismi i terremotati hanno avuto un trattamento diverso e i dipendenti hanno usufruito per anni della “busta pesante”, salvo rendersi conto che la restituzione produceva problemi gravissimi per la difficoltà di contabilizzare le restituzioni e i problemi inversi che si creavano alle medesime famiglie a cui veniva ridotto lo stipendio quando dovevano restituire la quota anticipata.
La sospensione del pagamento delle tasse quindi non è scontato che sia una misura utile. Bisognerebbe approfondire, ma a mio parere potrebbe creare più problemi che vantaggi reali.
Se non si dovesse procedere alle restituzioni la cosa cambierebbe, ma non è questo che si chiede.
Bisogna anche ammettere che questo prestito temporaneo ha consentito una certa maggiore liquidità per le popolazioni terremotate di altri sismi, ma in quei casi le risorse venivano spese in loco perché le popolazioni erano nei container. Qui invece molte migliaia di persone non risiedono più all’Aquila e quindi le maggiori risorse andrebbero a beneficio delle città in cui ora risiedono e non attiverebbero certo alcun circuito virtuoso nell’economia della città.
Diverso è il discorso per le tasse delle imprese. In questo caso la riduzione permanete delle aliquote IRPEG per un certo numero di anni come misura straordinaria sarebbe incentivante per chi iniziasse una nuova attività o la impiantasse ex novo in zona terremotata.
Questa misura sarebbe davvero utile perché incentiverebbe imprese locali a costituirsi o a trasferire quelle da altre zone d’Italia, ci sarebbero certamente molte assunzioni che riassorbirebbero il serio indice di disoccupazione che ora si registra.
Allora ancora una volta prima di gettarsi in polemiche sarebbe utile analizzare il problema in tutti i loro risvolti per non lasciarsi prendere la mano dall’istinto o dalla mania di persecuzione.
A mio parere sarebbe utile cercare di capire più in profondità i problemi e le soluzioni senza denunciare presunti complotti e discriminazioni.
In caso contrario si corre il rischio di esacerbare inutilmente gli animi e produrre solo proteste che ritardano la ricerca delle soluzioni più efficaci per superare i problemi specifici del sisma aquilano.


09 Gennaio 2011

Categoria : Dai Lettori
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