Cicchetti, i map, gli alberghi e le case
L’Aquila – “La direttiva emanata dal vice commissario Cicchetti per razionalizzare le soluzioni abitative (alberghi, Case, Map) è davvero singolare: ha come obiettivo quello di ridurre i costi dell’emergenza, ma di fatto aumenta solo i disagi”. Questo il commento dei consiglieri comunali Angelo Mancini (Idv) ed Enrico Perilli (Prc) sull’ultima ordinanza firmata dal vice commissario Cicchetti.
“Sulla base del documento, infatti, è consentita l’ospitalità di altri componenti del nucleo familiare assegnatario di alloggi, pur non menzionati nel contratto di comodato, senza però che questo dia diritto a un’abitazione di maggiori dimensioni. Per quale ragione, ci domandiamo, è invece prevista l’assegnazione di alloggi più piccoli nel caso di diminuzione dei componenti e, soprattutto, chi farà i controlli in caso di mancata comunicazione? Ma le anomalie non si fermano qui. È infatti stabilito – proseguono i due consiglieri – che chi si trova in Comuni diversi da quello dell’Aquila non può più usufruire di sistemazione alberghiera, ma solo di contributo di autonoma sistemazione, con effetto dal quindicesimo giorno dall’emanazione della direttiva. Chi decide di restare in albergo deve invece necessariamente accettare il trasferimento in una struttura ricettiva aquilana e ha 5 giorni di tempo per lasciare la stanza. Dal momento che ci sono persone che hanno ottenuto trasferimenti di lavoro e iscritto i figli nelle scuole dei Comuni dove alloggiano, cosa devono fare questi cittadini, riorganizzarsi la vita in 5 giorni? Soprattutto, a fronte dei disagi che si vanno a infliggere quale sarebbe il risparmio nel trasferire le persone da un albergo della costa a uno dell’Aquila? Per non parlare della disposizione che prevede la revoca dell’alloggio nel caso di assenza dallo stesso per più di tre mesi e nell’eventualità che se ne dimostri l’utilizzo sono nei fine settimana. Qualora le assenze riguardino uno dei componenti, al nucleo familiare verrà invece assegnato un alloggio più piccolo. Sarebbe a dire che, in un momento di grave crisi economica e occupazionale, se un giovane ha un’opportunità di studio o di lavoro per qualche mese fuori città deve scegliere tra il lavoro e la casa: o perdere uno o perdere l’altra. Non si possono stipulare, inoltre, affitti concordati fuori Provincia. Una famiglia può quindi affittare una casa a Castel di Sangro e non a Borgorose. Qual è la logica e soprattutto dove sta il risparmio?”
“Invitiamo il vice commissario – concludono Mancini e Perilli – a ponderare meglio le direttive che riguardano l’assistenza alla popolazione, per non creare disagi aggiuntivi a chi è già stato duramente colpito dalla tragedia del 6 aprile 2009, evitando, tra l’altro, ulteriori contenziosi che peraltro, nella maggior parte dei casi, vedono soccombere la Struttura di Gestione dell’Emergenza. Se si vuole risparmiare, come è giusto, si dia a tutti un tetto e non un vitto, si velocizzino i lavori per consentire ai cittadini di rientrare nelle loro case e si metta fine al regime delle proroghe nella presentazione dei progetti, utili solo a chi deve stanziare i fondi per prendere tempo e dannosi per i cittadini”.
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