2011, l’aeroporto dei Parchi è chiuso – Dopo 21 mesi di parole e pasticci, alt ai voli

L’Aquila – NO SERVIZIO ANTINCENDIO, NO VOLI - (di Gianfranco Colacito) - (Le foto: l’ingresso dello scalo, cancelli aperti ma sul niente; il volo per Cagliari dell’ottobre scorso, decollato ma non rientrato a L’Aquila; Arcangelo De Giuseppe, presidente dell’Aerioclub) - Nemmeno una farfalla, solo l’eliambulanza del 118. L’aeroporto dei Parchi, come pomposamente hanno battezzato il modesto scalo aquilano di Preturo, non può più ospitare voli di alcun genere dal 1 gennaio 2011. Praticamente chiuso, anche se qualcuno si precipiterà a spiegare che tecnicamente lo scalo aquilano è quello di prima, niente di più, niente di meno, ma con un insignificante dettaglio: non si decolla e non si atterra. Questo è il kafkiano risultato al quale hanno portato 21 mesi di impegni, sfacciati annunci, promesse, sacchi di parole vuote. Menzogne. Solo chiacchiere offensive per gli aquilani, che fra l’altro aspettano un vero aeroporto da almeno 30 anni. L’ultima paglia si è mossa per il G8, quando febbricitanti cantieri che giravano a mille per i potenti della Terra costruirono strade, viadotti, ponti, rotatorie come se grandinasse. Arrivarono i potenti della Terra, Obama in testa, promisero doni e cornucopie di generosità per la città distrutta che faceva (e fa) pena, andarono via e chi s’è visto, s’è visto: neppure mezzo dollaro spuntato fuori da un film di Sergio Leone… Solo un assegno di Carla Bruni, aiuti da due o tre paesi di parola, soldi dalla Caritas rimasti inutilizzati. Con polemiche annesse. Lasciamo andare.
La chiusura, ci viene soffiato da persone ben informate, si deve al fatto che è venuto meno il servizio antincendi. I vigili del fuoco che lo svolgevano (tre uomini e dei mezzi ogni giorno, costo presumibile 800 euro al giorno come minimo) se ne sono andati, e nessuno li ha sostituiti. L’accordo scadeva il 31 dicembre 2010, tutti ne erano a conoscenza. E’ scaduto. Tutti a casa, e in hangar quelle quattro trappolette volanti che ogni tanto svolazzavano sulla città. Muti come i mascheroni delle 99 Cannelle, ma assai meno espressivi, i signori di Palazzo Margherita. Loro sono bravissimi a inondare le redazioni di fluviali comunicati sul nonnulla quotidiano. Ma le notizie gravi non le danno, nè si sognano di elargire le solite ridondanti dichiarazioni . Non avendo riscontri, ne cerchiamo. Li troviamo infine da Arcangelo De Giuseppe, presidente dell’Aeroclub, che da Roma per telefono conferma: “Esatto, l’aeroporto è chiuso”. Il servizio antincendi spetta al gestore dell’aeroporto, l’aeroporto dei Parchi, che lo ha acquisito da Air Vallee, di cui da quel dì non si hanno più notizie. Nel 2010 il servizio è stato svolto dai vigili del fuoco. Ci sono stati costi? Il Comune dovrebbe fornire spiegazioni: maneggia denari pubblici. Chi ha pagato gli 800 euro al giorno? Sono stati pagati? Insorgerà un’ennesima vertenza anche su questo non insignificante dettaglio? Queste cose non le sa nessuno, si sa soltanto che esiste una Notam dell’ENAC in merito all’alt per ogni tipo di volo, non effettuabile senza il servizio antincendi.
Nella scorsa estate “InAbruzzo.com” svolse un’inchiesta giornalistica sull’aeroporto, sentendo l’Aeroclub e Corrado Ruggeri, persona sicuramente molto informata dei fatti aeroportuali. Pubbliciammo quanto bastava per stuzzicare i dormienti, che con la scorrettezza che li distingue (quando non possono ottenere sviolinate, come nel nostro caso) fecero piovere sui giornali precisazioni, promesse, roboanti impegni, quasi stessero per tagliare nastri e brindare, la sola cosa che sanno fare molto bene per propinare il nulla. Passammo per i soliti guastafeste, per i disfattisti che infangano i benefattori.
Siamo al 7 gennaio 2011, l’aeroporto è chiuso.
Anche il Gran Sasso è rimasto chiuso fino ad oggi.
E purtroppo per alcuni, nessuno potrà dare la colpa al terremoto.