21 mesi dopo, ancora senza casa
L’Aquila – (di Pio Rapagnà, Mia Casa) – Dopo 21 mesi dal terremoto molte famiglie ancora non hanno la possibilità di
rientrare in condizione di massima sicurezza “nemmeno” negli alloggi pubblici dell’ATER e del Comune dell’Aquila classificati A, B e C. L’ATER dell’Aquila, già nel corso della audizione dell’8 ottobre 2009 presso la 2^ Commissione del Consiglio regionale riferiva che le unità immobiliari danneggiate (escluse ex-enti previdenziali, sovvenzionate, ecc. equiparate a
privati) erano sono 1.162. Di queste: 196 classificate A; 28 classificate B; 11 classificate C; 666 classificate E e 8 classificate F. Il Commissario Avv. Piergiorgio Merli comunicava anche che le “perizie” per le abitazioni A, B e C erano state già tutte assegnate, che i tecnici “incaricati” dall’ATER dell’Aquila le avrebbero restituite entro il 24 ottobre 2009
successivo e che i progetti per le abitazioni e gli edifici classificati E
sarebbero stati pronti per il 7 febbraio 2010.
Oggi, a tanti mesi distanza, il Commissario Merli dichiara che sono 292 gli
alloggi di edilizia residenziale pubblica danneggiati dal sisma e classificati
A, B e C in corso di riparazione dopo l’affidamento degli appalti seguita
all’espletamento delle procedure di gara e che i fondi appaltati ammontano a
circa 9 i milioni di euro e riguardano 331 alloggi. Gli alloggi danneggiati dal
sisma sono passati da 1.162 a 1.485: 490 classificati con esito di danno “A”,
293 classificati “B”, 23 “C” e 679 “E” e sono 2 gli stabili crollati. Il
fabbisogno finanziario per la riparazione degli alloggi di competenza Ater é
stimata in 23.290.136 di euro.
In passato il Mia Casa ha motivatamente contestato i dati “statistici” della
Protezione Civile e dell’ATER che davano per “scomparsi e cancellati” centinaia
di edifici e alloggi considerati in ogni caso “agibili” a prescindere.
Oggi l’obiettivo prioritario del Mia Casa non è certo quello di criticare o di
ostacolare alcunché, né l’ATER, né il Provveditorato alle Opere Pubbliche, né i
Comuni del cratere: ciò che si vuole è il ritorno nelle loro abitazioni delle
famiglie sfollate, in condizioni di massima sicurezza e agibilità.
E’ incontestabile che moltissimi edifici, seppure classificati A, B e C, siano
stati seriamente danneggiati dal terremoto: questi edifici non sempre e non
tutti realizzati nel pieno rispetto delle norme antisismiche, hanno
“prioritariamente” bisogno di uno specifico e rapido intervento di
consolidamento antisismico e stabilizzazione.
Non è “opportuno” e utile “ignorare” quegli alloggi con esito A e, Dio non
voglia, forse anche con esito B e C, nei quali molte famiglie sono state
costrette a rientrare a loro rischio e pericolo, ma senza che alcun “intervento
preventivo” fosse stato messo in atto.
Dopo tanto tempo trascorso, tante audizioni e dichiarazioni, è bene adesso
attenersi ai fatti e alla “durissima” realtà che abbiamo davanti ai nostri
occhi e al nostro cuore. Finalmente, dal 15 novembre scorso, sebbene con più di
un anno di ritardo, esiste un Decreto ad hoc n. 23 del Commissario Delegato per
la Ricostruzione – Presidente della Regione, che mette nero su bianco tutte le
disposizioni regolamentari per la riparazione e ricostruzione degli alloggi
pubblici e riscattati, con tutti i capitoli di spesa, i finanziamenti stabiliti
e le risorse a disposizione: il Mia Casa, nel confermare la proprio assoluta
disponibilità a “collaborare con tutti notte e giorno”, chiede ai “soggetti
attuatori” (ATER – Provveditorato – Comuni) di attenersi ai criteri, alle
modalità ed ai tempi in esso stabiliti, in attesa di una apposita Legge
Regionale che regoli e controlli tutte le fasi della ricostruzione.
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