“Finmek, ora non c’è che la chiusura”


L’Aquila – “La peggiore risposta che il Governo e il Commissario per la Ricostruzione potevano dare a chi ha sempre rivendicato che la ricostruzione della nostra citta’ sarebbe passata in primis attraverso il lavoro e’ arrivata: l’assenza nel ‘milleproroghe’ della copertura finanziaria per il rinnovo della cassa integrazione per i lavoratori della Finmek sancisce la definitiva chiusura dello stabilimento aquilano e la liquidazione di circa 200 lavoratori. Per 200 nostri concittadini il 2011 inizia nel peggiore dei modi”. A parlare e’ il consigliere comunale dell’Aquila Giuseppe Bernardi. “Con la liquidazione dell’azienda – rileva -non potranno piu’ confidare sugli ammortizzatori sociali per raggiungere almeno una ‘dignitosa’ qualita’ di vita. E’ dal 2002 che si trascina il problema affrontandolo sempre come una questione di sostegno sociale, mai come un problema di reindustrializzazione del territorio. Neanche dopo il 6 aprile 2009 si e’ capito che la prima vera emergenza da affrontare per ricostruire il nostro territorio era la creazione di posti di lavoro. Cosa se ne fanno degli alloggi CASE e MAP le migliaia di famiglie aquilane che non hanno piu’ reddito? Perche’ dovrebbero restare nella nostra citta’ che non offre nessuna prospettiva di ripresa lavorativa, economica e sociale? Questi – afferma il consigliere di Sinistra per L’Aquila – sono i risultati della politica abruzzese, di destra e di sinistra, che ha preferito rinviare il problema lavoro sfruttando, finche’ possibile, gli ammortizzatori sociali disponibili invece di affrontarlo da subito, con decisione, creando le condizioni per lo sviluppo di nuova impresa. La ricostruzione dell’Aquila sara’ possibile solo se tutti i parlamentari abruzzesi prenderanno finalmente coscienza del problema occupazionale della nostra citta’ e, insieme, lotteranno per lo sviluppo industriale del comprensorio aquilano”.


05 Gennaio 2011

Categoria : Economia
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