Qualche consiglio sul traffico


L’Aquila – (di Domenico Mastrogiuseppe) – Da alcune delle ultime trasmissioni de “Il Ficcanaso”, è emerso con chiarezza che la organizzazione del traffico della nostra Città è affidata essenzialmente al comandante dei VV.UU. Dott. Vendrame e al Geom. Bolino del Servizio Lavori Pubblici. Dopo averlo fatto attraverso il giornale Il Centro (ecco il link per accedere all’articolo:
http://ilcentro.gelocal.it/laquila/cronaca/2010/12/21/news/i-tanti-sensi-unici-3017194 )
vorrei proporre all’attenzione dei suddetti dirigenti alcune riflessioni, anche attraverso “inAbruzzo.com”.
Entrambi hanno esposto il loro principio di riferimento: il primo affermando che il traffico è assimilabile ad un corso d’acqua e quindi affinchè scorra, è necessario precostituirgli percorsi non importa quanto lunghi, ma scorrevoli; il secondo affermando il medesimo concetto anche se con termini diversi: “affinchè il traffico scorra, non deve mai incrociarsi”. Dalla traduzione pratica di questi principi, ne è derivato l’apparire sulle strade di L’Aquila, di un abnorme numero di segnali di obblighi e divieti. Segnali che, in ossequio a tali principi, impongono allungamenti di percorso spesso anche notevoli. Doverli fare molte volte al giorno (come capita per esempio a tanti artigiani o a quelle famiglie che hanno più di una autovettura) può anche incidere in misura significativa sulla spesa carburanti. In alcuni casi bastano anche solo due o tre di tali allungamenti, per incidervi anche in misura superiore ai 500 euro per anno. Ne consegue, vuoi per risparmiare tempo, vuoi per economizzare carburante, che risultano spesso quasi totalmente ignorati; a volte causando anche incidenti e rallentamenti. In molto casi, potrebbe essere invece applicata una semplice misura alternativa all’obbligo di svolta a destra o al divieto di svolta a sinistra: realizzare una semplice corsia di attesa per immettersi o per svoltare. Una soluzione, così concepita, risulterebbe per esempio molto più appropriata e gradita dagli automobilisti, di quello che è stato ribattezzato il muro di Berlino e che preclude l’accesso a Via Madonna di Pettino per chi percorre la S.S. 80 verso L’Aquila. Potrebbe essere realizzato anche in tanti diversi altri tormentati nodi di traffico; per esempio sull’innesto di Via F.P. Tosti davanti alla Croce Rossa (come indicato nella figura a fianco), o sull’imbocco della strada che da Bazzano, conduce alla Mausonia (pochi metri dopo la nuova rotatoria realizzata nell’incrocio per Paganica) ecc.
Più in generale vorrei suggerire ai suddetti dirigenti del Comune, quella che considero una regola aurea per risolvere i problemi del traffico connessi all’attraversamento di una strada o all’immissione in essa, laddove non c’è spazio per rotatorie e dove non è possibile realizzare ponti o sottovie. E’ una regola che può essere presa in prestito dalla “logica” booleana, alla base, come è noto, del funzionamento dei computer. Limitiamo l’attenzione ai due più classici circuiti logici: il circuito cosiddetto “and” ed il circuito “or” (in italiano “e” e “o”). Il primo è assimilabile ad un percorso attraverso due porte situate una di seguito all’altra: si riesce a passare solo se sono aperte entrambe (l’una “and” l’altra); il secondo è assimilabile ad un percorso dove le due porte stanno l’una a fianco all’altra: si riesce a passare anche se una sola delle porte è aperta (l’una “or” l’altra). Tornando al traffico, è facile comprendere come l’attraversamento di una strada sia del tutto simile ad un percorso logico di tipo “and”: ovvero si riesce a passare solo se si crea un varco contemporaneamente nei due flussi opposti di traffico che la percorrono. Il che accade molto più raramente di quanto invece non accada per una sola corsia. Appare allora “logico” che per semplificare il problema, è sufficiente trasformare tale percorso di tipo “and” in un percorso di tipo “or”. Questo si può ottenere canalizzando il traffico nella strada da attraversare o da imboccare e realizzando uno spazio di attesa per una o più vetture al centro dell’incrocio, in modo da consentire un attraversamento o una immissione in due tempi: appena si crea un varco nel primo flusso di traffico, si accede nella corsia di attesa; dopodiché si conclude l’attraversamento o l’immissione, appena si crea un varco nel flusso di traffico opposto della seconda corsia. Anche questa soluzione è agevolmente realizzabile in molti dei nodi viari più tormentati della Città. Un esempio, ma se ne potrebbero fare a diecine, è l’incrocio di Via Ettore Moschino, con Via A. Volta; divenuto di fatto inattraversabile in discesa, a seguito all’enorme aumento di traffico conseguito all’apertura verso est di Via I. Silone. E’ un tipico attraversamento di tipo “and”, agevolmente trasformabile, come indicato nella figura a fianco, in attraversamento di tipo “or”. Va comunque detto che tale attraversamento, per la popolosità del quartiere “Simon Bolivar” e per la presenza in tale quartiere di due importanti scuole, meriterebbe un cavalcavia. Peraltro agevolmente realizzabile, essendo Via Moschino la sella dell’accentuato dosso che il traffico nei due sensi per Via Volta deve svalicare.


02 Gennaio 2011

Categoria : Dai Lettori
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