Cospa: prodotti taroccati agli assistiti e la Centrale del latte aquilana va in dissesto


caseariOfena – Grave denuncia dell’associazione allevatori Cospa di Ofena, diretta da Dino Rossi. Al Nucleo Antisofisticazioni dei carabinieri e al Dicomac ha inviato una “segnalazione di prodotti taroccati”, così dice Rossi.
Il Cospa Abruzzo riferisce “alcune manovre enigmatiche fatte da diverse aziende di trasformazioni, per le forniture di prodotti alimentari alle tendopoli spacciandoli per prodotti locali, mentre le materie prime arrivano dal Belgio o da fuori Regione”.
Come il Cospa ricorda di aver previsto, a seguito della nuova ordinanza del Consiglio dei Ministri n° 3771 del 19 maggio 2009 “alcune ditte di trasformazioni sia lattiero-caseario che centri di confezionamento carni, stanno rifornendo attualmente i COM, con prodotti che non sono degli allevamenti ricadenti nel territorio ricompreso nella mappatura dei comuni terremotati, come prevede la nuova ordinanza.
Sono arrivati quarti anteriori di vitelli da fuori Regione nella tendopoli dell’Italtel forse pagati tanto quelli posteriori, mentre i nostri vitelli seguitano ad invecchiare nelle nostre stalle”.
Molte quantità di latte estero “arrivano in alcune industrie delcomprensorio che lo trasformano per poi vendere i prodotti con un marchio italiano, anzi aquilano, a prezzi elevati con margini di profitto assai alti contrariamente come accade per i prodotti locali di alta qualità con costi elevati della materia prima dovuto ai spese elevate di gestione a livelli zootecnici”. Poi a qualcuno arrivano disturbi viscerali, come è già accaduto. “Questa situazione sta mettendo in crisi la centrale del latte dell’Aquila, unica ad essere rimasta in mano agli allevatori, in grado di fornire una vera filiera di tracciabilità, anche se momentaneamente è costretta a farsi lavorare il latte da ditte esterne perché l’impianto è da risistemare e collaudare a causa del terremoto”.
Si spera – scrive il Cospa – “in un tempestivo intervento sia per la tutela dei consumatori che di quei pochi allevatori rimasti in pista per la loro testardaggine, perché sarebbe da chiudere i battenti”.


06 Giugno 2009

Categoria : Cronaca
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