L’eco di Natale
L’Aquila – Antonio Lera ci ha inviato una poesia, che suona come augurio per tutti e segno di speranza:
Questa prima stella sempre arde senza posa in questo alto cielo
ha stabilito dimora nel cuore di Gesù e da lì risplende
fiera madre di tutti i corpi celesti brilla della più nobile luce
varco nella notte affamata di Dio che canta l’eco del Natale.
Stanze vuote dove Antropos parlava d’alimenti e benessere
ancor di viole e di libero canto profumate (a Sant’Antonio)
ancor di parole nutrienti e di così buon sapore ricolme
ancor fanno stare bene i soli in cima a timori e sconforto.
Cos’altro posso io regalare il giorno di Natale?
Semplici auguri o mandare profumi di rose in tutte le case?
Intanto suoni di zampogne ancora fan inni alla gioia e alla salute
sorrisi di magica dolcezza su nuove labbra per tutta la via.
Voglio regalare passi di coraggio nel cuore di Dio
spartire il tormento di vite che cercano l’antico mistero
il tempo di un emozione in un Natale che sa di gente comune
dimora fuori da ogni mappa, costellazione dell’eterno vivere.
Liberare me stesso pensando agli uomini senza pace
farmi candela in mezzo al buio pensando agli uomini senza luce
carta d’identità celeste pensando agli uomini senza nome
cucire un pianeta con nessun altro giorno trascorso senza amore
Presto, svegliamoci e lasciamo il sonno ché il nostro cuore non basta più
nel tempo in cui traguardo dei sogni è l’amicizia del bimbo che nasce
musica del Signore che sussurra l’abbraccio da cuore a cuore:
“Dio sia sempre frontiera ed argine tra noi ed ogni male”!
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