Confindustria: 2010, anno da dimenticare
L’Aquila - “LA SITUAZIONE IN ABRUZZO E’ DAVVERO DIFFICILE” – (Nelle foto Angelucci, il logo Confindustria, un’azienda abruzzese che porta lontano il nome della nostra terra) – Questo il messaggio augurale del presidente della Confindustria Abruzzo, Mauro Angelucci, nella foto, agli imprenditori abruzzesi: “Con il 2010 è passato un altro anno di grande difficoltà, un anno da dimenticare in cui la crisi globale che ha colpito il sistema finanziario ed economico ha fatto sentire tutti i suoi effetti drammatici anche sul mondo produttivo, soprattutto nella nostra regione.
Mentre a livello nazionale si sta scontando pesantemente una situazione di forte instabilità istituzionale, a livello regionale, la situazione, infatti, è veramente difficile. L’Abruzzo dopo anni di mancata crescita, è la Regione che in quest’ultimo biennio ha conseguito sia sul piano occupazionale che su quello della produzione (PIL) la peggiore performance fra tutte le regioni italiane.
Le nostre Imprese, da parte loro stanno cercando di reagire dando il massimo e stanno investendo in nuove strategie, in innovazione e in competenze: ma hanno bisogno di risposte certe e di un contesto più favorevole.
L’obiettivo, è quello di far crescere la produttività, che in Italia è molto più bassa rispetto a quella degli altri paresi industrializzati, anche migliorando la flessibilità nell’organizzazione del lavoro.
Ma la politica ancora non sta dando il giusto aiuto a queste forze vitali della regione, così come sarebbe necessario, ancora troppo presa da contrapposizioni anacronistiche e interessi di parte.
E’ per questo che Confindustria Abruzzo, congiuntamente a tutte le altre parti sociali, ha posto come impegni prioritari dell’agenda politica ed istituzionale due temi: 1) l’avvio di un Patto per l’Abruzzo che veda impegnati tutti – parti sociali, maggioranza e opposizione- in modo costruttivo e responsabile alla soluzione dei problemi che gravano sulla regione, e 2) l’avvio di un confronto con il Governo nazionale volto ad aprire di fatto una “Vertenza Abruzzo” che evidenzi la complessità della situazione abruzzese e la conseguente necessità di iniziative politiche ed economiche ad hoc a sostegno della regione.
Con riferimento al primo tema il Consiglio regionale, nella seduta del 15 dicembre scorso, ha approvato all’unanimità un ordine del giorno che ha recepito la necessità di una intesa istituzionale sui temi essenziali per lo sviluppo della nostra regione.
E’un risultato veramente “storico”, in cui la politica, maggioranza e opposizione, ha dato un primo segnale importante di maturità e responsabilità.
Si tratta ora di dare seguito a tale risoluzione con fatti e azioni conseguenti.
Con la Vertenza Abruzzo, invece, si vuole porre sul tappeto la situazione regionale in tutta la sua complessità e chiedere l’immediata messa in campo non tanto di misure straordinarie, che l’Italia forse non può più permettersi, quanto di quei provvedimenti già deliberati e promessi a vari livelli e ancora mai resi operativi: sblocco fondi FAS, APQ infrastrutture, master plan e fondi terremoto, zona franca urbana per L’Aquila terremotata e altro.
In particolare, con riferimento al sisma l’anno che verrà dovrà mettere la parola fine alla vicenda, costruendo con certezza tutti i presupposti necessari alla soluzione delle varie questioni che gravano drammaticamente sui territori colpiti. Quello di L’Aquila e di tutto il cratere sismico è un problema che va risolto e chiuso subito, in modo consono ad un Paese moderno e civile e, invece, continua a trovare ingiustificati ostacoli e ritardi come, ad esempio, sta accadendo per la concreta attivazione della promessa Zona Franca Urbana di L’Aquila, o con la mancata definizione dei termini e dei modi della restituzione delle tasse sospese all’indomani del sisma.
A queste materie citate in via semplificativa, sicuramente vanno aggiunte altre due criticità.
La prima riguarda gli effetti del federalismo su una regione che quale ulteriore fattore aggravante presenta anche quello della scarsa dimensione demografica, con tutte le conseguenze immaginabili nel momento in cui devono essere garantiti comunque servizi essenziali e non rinunciabili.
La seconda e principale criticità riguarda proprio la più volte richiamata questione sanitaria che da anni grava pesantemente sul bilancio regionale non permettendo più nessun intervento, in termini di allocazione di risorse, a favore dei settori produttivi; anzi, da ormai cinque anni imprese e cittadini subiscono pesantemente l’aggravio fiscale per il risanamento.
E non basta. Nonostante gli indubbi sforzi che la Regione (il Commissario) sta producendo per ridurre il debito, da ultimo si è andato ad aggiungere un ulteriore “buco” di 360 milioni.
Il Governo regionale e la politica tutta, con grande senso di responsabilità e coesione richiesti dalla drammaticità della situazione, dovranno quindi mettere in campo subito tutti i provvedimenti necessari per sostenere il sistema produttivo e sociale in tutte le sue articolazioni occupazionali e settoriali; Industria, Agricoltura, Commercio, Cooperazione, Turismo, Servizi.
Parliamo, in particolare, di questioni da tempo sollecitate ma ancora non risolte: accesso al credito, politiche del lavoro e industriali adeguate alla crisi in atto (quale politica ad esempio per la grande industria in Abruzzo?), semplificazione amministrativa, riforme strutturali qualificate in campo economico (Consorzi industriali, riforma enti strumentali trasporti, energia, ambiente).
Lo stesso bilancio per l’anno 2011, attualmente in discussione dovrà prevedere assolutamente l’allocazione di risorse a favore dei settori produttivi quale premessa necessaria per la ripresa economica.
È necessario quindi affrontare senza più rinvii e con urgenza, con un crono programma che tracci tempi e modalità degli interventi, le criticità che vincolano la crescita del territorio e limitano l’asset competitivo delle imprese. Cosa fare, come farlo e in che tempi: questo è l’imperativo che le parti sociali chiedono alla politica e alle Istituzioni; questo è l’imperativo che da troppo tempo non trova risposte.
Il Patto per l’Abruzzo, con il coinvolgimento di tutti i principali attori della società, dalle Istituzioni politiche e culturali a quelle finanziarie, economiche e sociali, dovrà lavorare per questo.
L’Abruzzo, ne ha veramente bisogno e deve essere chiaro che gli imprenditori non sono più disposti a tollerare ulteriori ritardi e inadempienze.
Come Imprenditore non posso che sperare ed augurare che, comunque, il nostro sistema -Italiano e abruzzese- ancora una volta riuscirà dare il meglio di sé e, come sempre, le nostre imprese svolgeranno un ruolo decisivo e trainante.
Con questo auspicio e questa certezza, Voglio formulare a tutte le imprese abruzzesi, agli imprenditori, a tutti i lavoratori e alle loro famiglie, i migliori auguri per le prossime festività e per 2011 sereno e ricco di successi”.
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