Tasse, vergognosa presa in giro – In corso un vertice istituzionale sul da farsi subito
L’Aquila – (di Gianfranco Colacito) – UNA COCENTE MENZOGNA DI POTERE? – (Nella foto la cosiddetta rivolta per il capoluogo del 1971: si spera che nopn avvenga qualcosa del genere) - Fino al momento in cui scriviamo (ore 20 circa) le cose stanno così: gli aquilani e tutti gli altri terremotati stanno pagando da sei mesi le tasse, come prima del terremoto. Dal 1 gennaio 2011 dovranno anche restituire circa 1 miliardo di euro secondo una rateazione di cui non si sa nulla di definitivo e sicuro. In 10 anni, a quanto sembra, sono circa 100 milioni l’anno. La frase più sintetica e significativa l’ha detta il sindaco Cialente, più volte, e l’ha ripetuta stasera: “Semplicemente, non possiamo farcela. Non possiamo”. Sempre fino a questo momento, appaiono tradite le promesse di Berlusconi in persona, degli altri vip della politica e degli stessi esponenti della maggioranza politica, che avevano dato per certo – non più di qualche settimana fa – il rinvio della restituzione, un taglio dell’importo complessivo e una rateazione sopportabile: come per Umbria e Marche, niente di speciale. Stasera sembra deciso da parte del Governo (lo ha detto Lolli) un beneficio fiscale per i veneti alluvionati, ma non il rinvio fiscale per gli abruzzesi. C’è chi dice che c’è ancora tempo per provvedere, ma il decreto Milleproroghe è passato questo pomeriggio senza alcuna misura per gli abruzzesi. Come inserirla è un problema tecnico a detta di alcuni superabile entro qualche giorno. La motivazione starebbe nel fatto che i soldi per il rinvio non sono in bilancio, e che i rinvii sono sempre stati decisi con ordinanze sei mesi per sei mesi.
Dopo le 20, si sarebbe riunito (mancano notizie ufficiali, uffici stampa muti e telefoni dei politici non raggiungibili) una sorta di vertice istituzionale esteso ai sindaci (chiamati a raccolta con una sorta di “grida medievale” di emergenza) presenti Chiodi, Cialente e altri. Dovrebbe decidere su come muoversi e su cosa fare subito, domani stesso, che però è il 23 dicembre, antivigilia di Natale. Sarà possibile ottenere qualcosa?
I commenti? Alcuni li avete letti (quelli che ci è stato possibile raccogliere), altri non ci sono pervenuti, ma sicuramente ci saranno, persino prevedibili, ovviamente sdegnati e frementi. Purtroppo, si è di fronte – almeno al momento – ad una incredibile bugia di potere, ad una beffa scesa come una mazzata dai vertici dello Stato su una popolazione terremotata, che sperava di respirare grazie al rinvio della restituzione della tasse. Non sarà così, a quanto pare, ed è sconcertante. Una volta tanto la parola appropriata, non esagerata, è “vergogna”. Se è lo Stato a mentire, la misura è colma. Nessuno venga poi a dire che sarà intollerabile ciò che potrà accadere. Infatti, è intollerabile la provocazione messa in atto da chi guida le sorti (frase inappropriata davvero) del Paese, di cui – purtroppo – fanno parte i terremotati abruzzesi.
Un aquilano illustre, il giornalista Bruno Vespa, ha detto di recente: “Se faranno pagare le tasse arrettrate, sarà il primo in testa alla rivolta”. Si avvicina quel momento?
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