Meteo, più affidabilità e attenzione – Basta scaricabarile, disservizi e guai per la gente


L’Aquila – (LE FOTO: DUE TRATTI DELLA A-24 DUE SERE FA, E IL LAGO DI CAMPOTOSTO GELATO) – Le follìe delle previsioni meteo sono ormai proverbiali. L’ultima su una rete pubblica, ieri sera, annunciava ancora -10 gradi a L’Aquila oggi. Le cose sono andate ben diversamente, con appena qualche grado sotto zero all’alba. Spesso si ha l’impressione che le previsioni meteo siano… post-visioni, in quanto vengono forniti dati del giorno prima. E sovente in una lingua che solo poco assomiglia all’italiano: oggi si è parlato di “ampio maltempo”. Insomma, come per tante altre cose, servizi approssimativi, fallaci, imprecisi, del tutto o quasi del tutto inaffidabili, specie se diffusi dal servizio pubblico. E’ forse ora di cambiare le cose. Anche perchè il clima va cambiando rapidamente: nella nostra foto vedete il lago di Campotosto gelato. Mai capitato in autunno. L’ultima volta fu nel 2004, ma a febbraio, il mese più freddo.
Esiste una struttura di eccellenza meteo a L’Aquila, il Cetemps, che ha le maggiori potenzialità ed è guidato da un professionista di alto profilo scientifico come il climatologo Guido Visconti. Le istituzioni dovrebbero e potrebbero assegnargli un ruolo preminente nella meteorologia ufficiale abruzzese, e far capo alle previsioni che, alla fine dei conti, se non sono infallibili (l’infallibilità è per ora impossibile in questo campo), sono sicuramente le più documentate e le più affidabili. Pur se non al 100×100, che in meteorologia non esiste.
L’esigenza di potenziare i servizi meteo e di diffonderli maggiormente è pressante. Bisogna estenderli a tutti i mass media e aumentare le frequenza dei messaggi. In questo paese non si ha l’abitudine di consultare il meteo prima di fare qualsiasi cosa, per esempio partire. Altrimenti non si spiegherebbe perchè tanti viaggiano non attrezzati. Inoltre, non hanno questa abitudine gli uffici, gli enti, le istituzioni, persino i gestori delle strade. Qui prevale l’abitudine di godersi in pace il week end e il ponte, anche se si hanno gravi responsabilità di servizio. Lo abbiamo visto sia a livello nazionale, che locale per l’ultima nevicata con gelata. Prevista, anzi previstissima, ignorata anzi ignoratissima.
Il meteo, nei paesi più evoluti, è ovunque e assume un carattere informativo quasi ossessivo. Tutto avviene secondo le previsioni del tempo. Chi non si documenta, ne risponde. Se manca il sale ad un gestore stradale, qui si risponde che “era stato ordinaro e non è arrivato”. Altrove si va in galera o si perde il posto. Ma “altrove” significa qualsiasi posto del mondo civile, meno l’Italia, dove le responsabilità si palleggiano e si usano per lo scaricabarile, quello che sta avvenendo appunto oggi negli accertamenti sui danni provocati agli automobilisti dal maltempo. Nessuno assumerà mai una vera responsabilità in base alla quale pagare il conto rimettendoci di persona. Nessuno paga mai per niente: questa è l’Italia dei pavidi, dei voltagabbana, degli svicoloni, di quelli che non firmano mai, ma a fine mese incamerano stipendi d’oro. Al massimo, a pagare saranno poi gli anelli deboli della catena, i conduttori dei mezzi, i segnalatori, i casellanti, gente da 1200 euro al mese e spalle sovente coperte da robuste raccomandazioni per essere precari.
Potenziare i servizi meteo, quindi, e obbligare tutti ad agire in base alle previsioni, e ad intervenire dove serve anche se è domenica. Un’urgenza estrema, visto che i mutamenti climatici si fanno vivi precocemente e velocemente. Anche loro previsti per i prossimi venti o trent’anni, e invece arrivati e micidiali già da ora.


19 Dicembre 2010

Categoria : Cronaca
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