“Piano sociale: troppe lacune, pochi soldi”


L’Aquila – È un piano sociale lacunoso ed avaro, quello messo in piedi dalla Regione Abruzzo, che ignora il terremoto e stanzia per L’Aquila addirittura meno risorse che in passato. Torna alla carica l’assessore alle Politiche Sociali del Comune dell’Aquila, Stefania Pezzopane, nella foto, che con una lettera indirizzata al Presidente Chiodi, all’assessore regionale Gatti e ai consiglieri regionali aquilani stigmatizza le criticità del piano regionale e ribadisce le proposte di modifica, già trasmesse alla Regione.
Una proroga del piano sociale precedente, con lo stesso livello di risorse degli anni passati. Individuazione di uno speciale pacchetto di finanziamenti dedicati alle zone colpite dal sisma per far fronte al crescente disagio; ripristino del fondo per l’inclusione sociale, aiuti alle famiglie con minori e più attenzione per le politiche giovanili.
“Queste le priorità da cui non si può prescindere se la Regione vuole davvero varare uno strumento che risponda alle reali necessità del territorio- commenta Stefania Pezzopane- Il piano sociale regionale, così come è stato scritto, non garantisce neanche l’ordinario. Figuriamoci se può provvedere all’emergenza.
Sono sconcertata dalla scelta spregiudicata di ignorare del tutto che qui c’è stato un terremoto. Una decisione paradossale e penalizzante. C’è una larga fascia di popolazione, che prima non aveva bisogno dell’intervento pubblico, ma che ora chiede di essere sostenuta. Il disagio sociale ed abitativo cresce a livello esponenziale. Ma più la domanda di assistenza aumenta, più la Regione taglia.
Nel Piano Sociale non si stanzia un euro per interventi di inclusione sociale. L’Aquila viveva già prima il dramma della disoccupazione. Dopo il terremoto, le ore di cassa integrazione sono decuplicate, ci sono 15mila persone senza lavoro, 4mila richieste di indennizzo per attività cessate e gran parte del patrimonio immobiliare distrutto. Di fronte a tutto ciò la Regione azzera l’asse di intervento per l’inclusione sociale.
Non solo, ma si tagliano anche le risorse per i servizi di assistenza domiciliare e di trasporto delle categorie svantaggiate. Proprio ora che 15mila persone non vivono più in centro storico ma nei MAP e nel progetto CASE e che il rischio di isolamento e di esclusione è più forte. Lo strumento regionale dedica scarsa attenzione ai giovani, i più colpiti, come gli anziani, dal processo di disgregazione sociale e dalla carenza di luoghi di ritrovo”.
“Così come è stato confezionato il Piano regionale non ha alcun valore- conclude l’assessore Pezzopane- Abbiamo già consegnato alla Regione tutte le nostre osservazioni. Ora attendiamo una risposta”.


19 Dicembre 2010

Categoria : Cronaca | Politica
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