I soldi donati: sapere quanti e dove sono – Dov’è l’annunciato comitato dei garanti?


soldiL’Aquila – Facevamo qualche conto, ieri sera, appena appreso (e riferito) del dono di 3 milioni di euro da Milano. Sappiamo che Bruno Vespa ne ha raccolti 4 di milioni, con “Porta a porta”. Sappiamo anche che dalla parata del 2 giugno ridimensionata e meno imponente, arriva 1 milione di euro. Sommando, fanno la bellezza di 8 milioni di euro, in lire 16 miliardi, ovvero 16.000 vecchi milioni. Mica bruscolini. Banche, giornali, imprese, aziende, privati, comunità, e tanti altri, hanno raccolto somme anche di rilievo.
Poi frughiamo tra notizie dei giorni scorsi, appunti, dichiarazioni, annunci: un’altra valanga di soldi e soldini, che, messi uno sull’altro e aggiunti ai milioni precedenti, fanno molti soldi. Certo, per ricostruire L’Aquila occorre ben altro, ma tutto fa. Per di più, Berlusconi oggi garantisce: i soldi ci sono per case e ricostruzione. Vedremo.
Bene. Tentando di riordinare numeri e idee, scopriamo che non è letteralmente possibile sapere da nessuna parte, da nessun ufficio, da nessuna autorità, a quanto ammonti la somma finora raggranellata tra donazioni e offerte: non quella erogata dallo Stato (tramite la Protezione civile), che conosceremo quando il decreto sarà approvato e operativo, e soprattutto dai fatti concreti, ma quella già consolidata tramite donazioni, offerte, aiuti giunti da tutte le parti, non solo dall’Italia ma anche dall’estero.
Dov’è il promesso e sbandierato comitato dei garanti, presieduto da Cesare Mirabelli, e composto da gente come Franco Marini e Natalino Irti? Deve essere insediato, e nessuno sa quando e dove: neppure chi dovrebbe farne parte. L’organismo dovrebbe vigilare sull’ammontare delle donazioni e sulla loro destinazione e correttezza di spèndita. Avrebbe dovuto già essere operativo. Invece niente: i soldi continuano a fioccare come neve di gennaio (almeno, sul piano degli impegni e delle promesse), ma al momento, ripetiamo, conti precisi nessuno li fa o è in grado di farli. Come dire, un mare di risorse non si sa bene dove siano, in mano a chi. E si continuano a spendere, viene confermato, 3 milioni al giorno per i terremotati. Come? Con quali garanzie di trasparenza e di regolarità? Si pagano i prezzi giusti, o quelli imposti da centri di potere economico, bancario e commerciale?
La sappiamo lunga sull’Italia e sugli italiani, e su quanto è accaduto in passato. Abbastanza per non fidarci assolutamente di nessuno, a qualsiasi livello.
Ecco perchè chiediamo, affiancandoci a quanto chiedono numerosi comitati spontanei di cittadini, che sia reso noto e sia di pubblico dominio l’ammontare del denaro finora comunque raccolto. A prescindere dal comitato dei garanti. Qualsiasi persona, sia chi ha donato che chi deve ricevere, deve essere messo in grado di verificare in ogni momento – ovviamente, il mezzo adatto è internet, ma ne esistono altri per chi non lo usa – l’ammontare delle somme, dettagliate con indicazione del donatore, e il loro uso momento per momento, con documentazione chiara e semplice. L’iter di ogni disponibilità deve essere trasparente come acqua di fonte. Si tratta di somme rilevanti, di milioni di euro, che possono produrre, ben utilizzate e depositate, degli interessi, dunque occorre sapere se sono nelle banche, e in quali banche, o altrove. Ma soprattutto occorre sapere, euro su euro, come vengono usati i soldi, quando, dove, da chi e per che cosa. Fidarsi è bene, non fidarsi è molto meglio, quando il denaro è molto, c’è confusione, ci sono problemi e procedure che pochi controllano. Questo appello, che ripeteremo, sarà incessante e dà voce a chi ha il diritto, ma non la possibilità diretta (in un paese dove comanda solo il burocrate cieco, spesso dispettoso o ottuso) di verificare. Da oggi in avanti questo chiederemo a tutti: Regione, Provincia, Comune, Protezione civile, autorità dello Stato. Dove sono i soldi, e cosa viene fatto con i soldi, quanto costa ciò che viene fatto, quali prove esistono delle destinazioni del denaro raccolto.
Durante la manifestazione alla Villa comunale è stato chiesto ad alta voce di poter sapere anche quanto e come si paga ciò che si acquista per l’assistenza quotidiana ai terremotati. Quanto viene pagato un chilo di pane, o un litro di latte, da chi è acquistato, perchè è acquistato da Tizio invece che da Caio, in base a quali criteri e per decisione di chi. Nessuno vuole intralciare nessuno: solo sapere tutto, sapere come si usano le risorse. Finora nè politici, nè istituzioni, nè Protezione civile hanno accennato risposte o impegni in tal senso. Argomento glissato. Non finisce qui. (G.Col.)


05 Giugno 2009

Categoria : Cronaca
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