I GD di Sulmona: “Sindaco, dimettiti” – SL: “Pescara egoista come L’Aquila”
Sulmona – La pessima e sterile azione amministrativa finalmente ha prodotto il primo risultato: l’astensione e la rabbia dei cittadini. Così la pensano i Giovani Democratici di Sulmona, i quali “pur comprendendo i motivi della manifestazione organizzata dal Comitato Centro Abruzzo, a seguito dell’ennesimo schiaffo dato al nostro territorio, ritengono che non sia questo il momento del silenzio elettorale e delle macchinose ingegnerie che ci vedrebbero trasmigrare dal territorio aquilano al territorio pescarese.
Vi esortiamo a non abbandonare il vostro prezioso diritto al voto, poiché non fareste altro che lasciare ad altri le sorti del vostro e nostro futuro ed invariata la situazione attuale”.
Dinanzi alle palesi inefficienze del Sindaco e dei parlamentari del nostro territorio – dice una nota GD – chiediamo l’alternanza ed il ricambio generazionale sulla scena politica locale. “Sulmona necessità di giovani operai, imprenditori, studenti, professionisti di qualità che sappiano investire le proprie passioni e le proprie capacità , che sappiano apportare idee serie ed innovative per rispondere sempre meglio alle nuove esigenze e alle problematiche attuali di tutta la comunità . La mala gestione della crisi occupazionale, del post terremoto e l’incapacità di trovare un’adeguata sistemazione al Polo Universitario di Sulmona ci portano a CHIEDERE LE DIMISSIONI DEL SINDACO FABIO FEDERICO E DELLA SUA GIUNTA. I Giovani Democratici invitano la cittadinanza a partecipare alla manifestazione organizzata il 9 giugno (ore 17.30, Piazza Carlo Tresca) per l’inserimento del territorio fra i comuni terremotati”.
SINISTRA E LIBERTA’ – “La secessione dall’Aquila e l’annessione alla Provincia di Pescara non è una soluzione. Questo è quello che emerso – scrive Sinistra e Libertà di Sulmona – in occasione dell’incontro dibattito tenutosi ieri tra Amministratori, Consiglieri Comunali, Dirigenti Politici e sostenitori della Lista Sinistra e Libertà ed alla presenza della candidata alle elezioni europee Daniela Santroni. Il problema del Comprensorio Peligno è una totale mancanza, da quasi 15 anni, di una rappresentanza politica autorevole ed incisiva.
I due parlamentari della zona non solo non sono autorevoli (infatti non sono stati ascoltati in occasione della mancata inclusione dei comuni del comprensorio peligno nel decreto Bertolaso) ma hanno dimostrato tutta la loro insipienza politica, anche quando è mancata una voce forte ed autorevole che avrebbe evitato alla Valle Peligna di essere letteralmente ignorata dai palazzi del potere, sia per interventi di programmazione e sostegno alla economia locale, sia per interventi volti a scongiurare il crollo occupazionale dovuto alla chiusura delle industrie locali o all’impoverimento delle piccole e medie imprese, impegnate nel terziario e nei comparti commerciali e artigianali. Il tutto acuito, per quanto riguarda Sulmona, da una amministrazione comunale e da una maggioranza consiliare di centrodestra assolutamente incapaci di affrontare i problemi e impegnate solo a tessere faide interne e congiure tra bande.
Ma se Atene piange Sparta non ride.
Se il PDL, infatti, non è in grado di gestire e risolvere la crisi della Valle Peligna le origini di tale crisi hanno, però, radici lontane, che si fondano in una totale indifferenza sia da parte della Giunta Regionale di Del Turco, sia da parte della attuale Amministrazione Provinciale totalmente avare di attenzioni politiche, programmi e investimenti da destinare al comprensorio Peligno, E, al pari degli attuali parlamentari del PDL, anche l’Assessore Provinciale, espresso da questo comprensorio, ha mostrato di non avere autorevolezza ed incisività per scongiurare tale indifferenza e sostenere il suo territorio. Per cui non si tratta di passare dall’Aquila a Pescara nella speranza che dalla provincia adriatica arrivi una attenzione maggiore di quella ricevuta da quella aquilana. La politica pescarese è egoista quanto quella dell’Aquila ,se non di più, ed è dimostrato, in passato (sotto qualunque bandiera), quante grandi risorse siano, sempre, state investite sulla costa e quanto poco sia stato destinato alle aree interne.
Si tratta, al contrario, di restituire alla Valle Peligna la sua autorevolezza politica, perché, quando in passato il nostro comprensorio ha avuto una classe politica autorevole, questa zona ha espresso uomini di Governo, Presidenti, Assessori e Consiglieri Regionali, uomini peligni ai vertici di banche, enti pubblici e finanziari, e, a qualunque stanza di guida politica e amministrativa ci si accostava, c’era sempre qualcuno di questo territorio che ascoltava e provvedeva”.
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