Lacrime e sangue, e un enorme prestito


L’Aquila – Lacrime e sangue anche bnel 2011, lo sapevamo, potevamo presagirlo tutti in Abruzzo. “Ma non vivremo un periodo peggiore di quello degli ultimi due anni, che sono stati durissimi” dice il presidente Gianni Chiodi (nella foto) ad Ennio Bellucci del Tg3Abruzzo, che lo intervista sui debiti regionali. La giunta affronta il bilancio di previsione, e non è certo un momento facile. Gravano 360 milioni di euro di debito sanitario “che erano oltre 500 – precisa Chiodi – e abbiamo ridotto fortemente nei due anni circa trascorsi”. Ora ancora sacrifici, tagli, risparmi, spese oculate e misurate, lotta agli sprechi. E bisognerà farcela, perchè “è impensabile mirare allo sviluppo, se si sprecano soldi e si hanno debiti enormi”. Naturalmente, debiti ereditati dal passato, che hanno collocato l’Abruzzo tra le regioni più “inguaiate” d’Italia. Debiti pesantissimi, maturati quando si spendeva tutto ciò che non si poteva spendere, con beata incoscienza.
La domanda di Bellucci è inevitabile: “Nuove tasse in vista?”. La risposta del presidente: “Cercheremo di non arrivarfe a tale drastica misura”. Dove tovate i soldi per colmare questo bucop da 360 milioni? “Un prestito dallo Stato, da restituire in trent’anni”. Se lo Stato ci accorderà il prestito, Chiodi non può saperlo, ma dal suo volto (provato e smagrito) si può capire che ci conta, e se ci conta, avrà i suoi buoni motivi. La politica è l’arte del possibile. O meglio, è “anche” l’arte del possibile.


13 Dicembre 2010

Categoria : Economia | Politica
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