Legionella: per D’Andrea “non c’è epidemia”
Sulmona – Secondo il dirigente di rianimazione dell’ospedale Gianvincenzo D’Andrea, sentito oggi da Ennio Bellucci del TG3Abruzzo, non dovrebbero esserci timori di un’epidemia di legionella. Il caso sotto esame, una donna di 52 anni di Bugnara, ricoverata giovedì scorso, è grave ma sotto controllo. Il medico ha rassicurato, pur non sottovalutando la gravità della malattia. I casi a Sulmona sono stati tre in una decina di giorni: quanto basta per suscitare una certa preoccupazione. Leautorità sanitarie stanno provvedendo, viene assicurato, a controlli e disinfezioni. Resta comunque una situazione di attenzione nell’area peligna. La legionella è un batterio aerobio di cui sono state identificate più di 50 specie, suddivise in 71 sierogruppi. Quella più pericolosa, a cui sono stati collegati circa il 90% dei casi di legionellosi, è la L. pneumophila. La legionella deve il nome all’epidemia acuta che nell’estate del 1976 colpì un gruppo di veterani della American Legion riuniti in un albergo di Filadelfia, causando ben 34 morti su 221 contagiati (oltre 4000 erano i veterani presenti): solo in seguito si scoprì che la malattia era stata causata da un “nuovo” batterio, denominato Legionella, che fu isolato nell’impianto di condizionamento dell’hotel dove i veterani avevano soggiornato. Le legionelle sono presenti negli ambienti acquatici naturali e artificiali: si riscontrano nelle sorgenti, comprese quelle termali, nei fiumi, laghi, vapori, terreni. Da questi ambienti esse risalgono a quelli artificiali come condotte cittadine e impianti idrici degli edifici, quali serbatoi, tubature, fontane e piscine (sono state rilevate anche in fanghi di fiume o torrente, o argilla per manufatti in terracotta).
Secondo il dr. D’Andrea, la legionella è una patologia seria che può danneggiare oltre ai polmoni, anche altri organi vitali, dunque richiede cure decise e attente.
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