L’Aquila? Terremotata, ma dal traffico


L’Aquila – CITTA’ ORMAI SUBURBANA DI CAOS E SGANGHERATE ROTATORIE – (Nelle foto sopra la rotatoria di Gignano, finalmente decente dopo oltre tre anni di lavori, e quella più brutta di tutte, presso il centro commerciale Amiternum) - Racconto di un viaggio. Partenza alle 14 da Alba Adriatica, rapido spostamento fino a Lanciano, tempo circa un’ora (con un’auto modesta e rispettando le ammonizioni del tutor sulla A-14). Da Lanciano a Pescara pochi minuti, un’ora circa e 15 minuti per arrivare a Bazzano, periferia aquilana. Da lì a Campo di Pile, un’ora meno 5 minuti, in un traffico forsennato, ininterrotto, nevrotico come le facce di chi guidando deve procedere a 10 metri ogni tre minuti. E allora scopri che le rotatorie di Bazzano complicano le cose in maniera assurda (specie la maggiore, perchè non è finita), e sono prive di illuminazione. Il che mette a serio rischio le vita dei pochissimi che si azzardano, costretti, a camminare a piedi. Una donna con due buste di plastica, vestita interamente di nero, si salva da un immenso camion edilizio solo perchè oggi non è il suo giorno. Un cane dal pelo sporco e marroncino si guarda intorno smarrito, tra i fari che lo abbagliano, il cattivo odore, lo sgomento di trovari in un mondo che non è suo. Tagliando sulla Mausonia, si incappa in altri lavori, in un’altra rotatoria in costruzione totalmente al buio, in lampioni spenti, bordi della strada fangosi e sporchi: anche per questo motivo di visibilità è quasi nulla e la prospettiva del percorso va inventata, indovinata. Incroci con la strada per Monticchio e con la statale per Bagno senza illuminazione. Senza una segnaletica orizzontale visibile. In ognuno code e veicoli fermi, attese e lentezza esasperante. Il peggio deve venire: l’incrocio con la strada per Pianola è uguale ad un girone infernale. Poi il soffocamento nel tunnel sotto Monteluco, senza ventilatori, e poi altri ingorghi incredibili fino all’Aquilone. Totale, un’ora di viaggio tra i disperati, nemmeno la sagoma approssimativa di un vigile o di una pattuglia della polizia: migliaia di poveri guidatori abbandonati a se stessi per chilometri: eppure, è ormai piena città, è percorso obbligatorio. Nessuno ha pensato in venti mesi ad un piano traffico, a interventi sia pure provvisori, a migliorare visibilità, segnaletica, illuminazione. Hanno pensato invece, e in tanti, a costruire decine di (costose) rotatorie, una danza folle di rotatorie di tutti i tipi e dimensioni, sterrate, spesso già sporche, sbilenche, senza tracciati per i pedoni, senza un’estetica sia pure approssimativa.
L’Aquila è oggi doppiamente terremotata: frantumata e impercorribile in centro, devastata e suburbanizzata, sterrata, sfondata, in periferia, nel peggiore dei modi: interventi raffazzonati, frettolosi, approssimativi e non progettati. Le sole rotatorie decenti sono quelle spntate come funghi per il G8.


07 Dicembre 2010

Categoria : Cronaca
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