La Corecom resta a L’Aquila
L’Aquila- La sede del Corecom resta all’Aquila. Lo rende noto il vice sindaco Giampaolo Arduini a seguito di un incontro, nella sede del Comitato regionale per le comunicazioni, con il presidente Filippo Lucci. Alla riunione era presente anche il presidente della commissione consiliare Garanzia e Controllo Enzo Lombardi.
“Abbiamo ricevuto ampie rassicurazioni – ha dichiarato Arduini, che aveva sollevato il problema del ventilato trasferimento della sede – rispetto alla volontà di mantenere e valorizzare la sede aquilana. Il presidente Lucci ci ha contestualmente informato, infatti, che durante i prossimi mesi estivi sarà proprio la struttura aquilana a gestire l’installazione dei decoder per il digitale terrestre. Si tratta di un progetto importante – ha proseguito il vice sindaco – che vedrà la sede del capoluogo al centro della gestione di un fondamentale processo nel campo delle telecomunicazioni”.
Un risultato rispetto al quale Arduini esprime soddisfazione. “L’allarme e l’appello lanciati dal Comune – ha dichiarato – sono stati ascoltati. Ringrazio pertanto il presidente Lucci che ha dimostrato attenzione per le nostre proposte e grande impegno per investire sul futuro della città in una fase così delicata e complessa”.
“Il Corecom – gli ha fatto eco il presidente Lombardi – ha riconosciuto che, per statuto e per legge, la sede centrale del comitato regionale per le comunicazioni deve restare all’Aquila, città capoluogo. Prendiamo atto dell’importanza degli impegni assunti, ma naturalmente vigileremo per verificare che alle dichiarazioni seguano i fatti e che i futuri assetti rispecchino le ottime prospettive espresse nel corso della riunione”.
Il Corecom, che svolge importanti attività, tra cui compiti di vigilanza nel sistema della comunicazione locale, con particolare riferimento alla tutela dei minori, è adibito all’istruttoria delle istanze di conciliazione dei cittadini con le società di telecomunicazione, per un totale di circa tremila pratiche nell’ultimo anno, di cui il 23 per cento per la sola provincia dell’Aquila.
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