Cahiers de doleances, un dito puntato: se la colpa è di tutti non è di nessuno
L’Aquila – (di Mardin Nazad) – (Nelle foto Visione e Vittorini, dell’associazione, e due panoramiche sui partecipanti) – Si è conclusa, oggi alle prime luci del mattino, la “cahiers de doleances”, promossa dall’associazione “309 martiri dell’Aquila”. Una scaletta ricca di interventi alla ricerca della verità sulle dolorose vicende del 6 aprile 2009. Un primo capitolo, tripartito, per riordinare e dare un senso alle migliaia di informazioni con cui i nostri cervelli sono stati bombardati negli ultimi 20 mesi.
Un verità che possa divenire un memento da cui ripartire, affinché tutti abbiano coscienza di un quadro in cui purtroppo “se la colpa è di tutti diventa una colpa di nessuno”. Un’iniziativa promossa da chi è riuscito a far spazio nel proprio cuore straziato e ha trovato la forza e la volontà di porre la propria esperienza ad esempio affinché fenomeni naturali non si trasformino più in catastrofi. Presenti a sostenere l’iniziativa, anche i familiari delle vittime della Casa dello Studente e dei bambini che hanno perduto la vita sotto le macerie della scuola di S.Giuliano di Puglia. Una giornata di grande importanza per una città che ha bisogno di non restare sola. Ad una prima parte di carattere prettamente scientifico ne è seguita una seconda che ha voluto far emergere l’elemento che avrebbe potuto salvare chi non c’è più, la prevenzione. Un termine che a quanto pare non sembra essere mai rientrato nel nostro vocabolario, neanche dopo il tragico sisma,come dimostrato anche dagli ultimi avvenimenti. Ad oggi, infatti, il nostro piano di protezione sembra essere lontano anni luce dal modello Augustus, modello teorico a cui i piani di protezione si devono rifare per legge. Si pensi già solo al fatto che i punti di raccolta (che non risultano essere attrezzati prima dell’evento) ,previsti in caso di calamità , si trovano essi stessi in luoghi a rischio! Eppure il Comune di Faenza ha dimostrato che fare di più è possibile; i cittadini di questo Comune, infatti, quella tragica sera, consapevoli del fatto che erano stati adibiti punti di raccolta attrezzati e provvisti anche di servizi igienici (preventivamente), hanno potuto passare l’intera nottata fuori dalle abitazioni senza eccessivi disagi. Non è dunque necessario guardare oltreoceano per capire che anche qui è possibile fare qualcosa per preservare ciò che vi è di più prezioso, la vita.
A seguire una tavola rotonda con i rappresentanti dei media, i quali hanno avuto modo di svelare le vergognose vicende di intimidazioni e minacce da parte di autorità locali e non, nel periodo immediatamente prima del 6 aprile, in merito a divulgazioni ,a loro giudizio, “allarmiste”. Letture del verbale della Commissione Grandi Rischi,interpretate da attori, hanno contribuito a ricomporre pezzi di un puzzle omertoso. Tra le note del Concentus Serafino Aquilano, riflessioni e storie di esperienza personale è proseguita la nottata. Alle 3e32 un minuto di raccoglimento.
Non c'è ancora nessun commento.