Sanità, Chiodi ha memoria corta


Pescara – Gianni Di Cesare, segretario generale CGIL, scrive: “Ancora una volta il presidente Chiodi non trova di meglio che scaricare ogni responsabilità sugli altri, su chi ha guidato la regione prima di lui. Anche questa volta, quando annuncia che i debiti della sanità regionale sono aumentati di altri 360 milioni di euro, il presidente Chiodi riprende il suo lamento contro gli ex amministratori.
Ora, dopo aver ricordato al presidente che a guidare l’Abruzzo per 8 anni è stata la sua coalizione (un ex assessore al bilancio ancora oggi fa parte della giunta Chiodi), aggiungiamo che da quando l’attuale amministrazione è entrata in carica la Cgil abruzzese cerca di spiegare al presidente qual è la vera situazione dell’ente, di ragionare con il governatore sulla montagna di debiti che incombe sui cittadini. Un tentativo inutile perché Chiodi è rimasto chiuso nella sua cittadella, rifiutando qualsiasi confronto su un tema fondamentale per la stessa vita della regione, su argomenti che vengono discussi e decisi in altre sedi, a Roma, ma non nei palazzi abruzzesi della giunta regionale.
L’altra cosa da dire con chiarezza è che il presidente usa sempre la stessa parola e gli stessi concetti (gli sprechi, il “saccheggio” della sanità, ecc.) ma evita di pronunciarsi sull’altro grande e vero problema: la scarsità delle risorse economiche per l’Abruzzo, la miseria dei fondi che ci assegna il governo, l’impossibilità di poter fare qualsiasi scelta, qualsiasi politica, qualsiasi investimento.
Un problema che il governatore non nasconderà con frasi ad affetto perché è diventato strutturale, definitivo: il bel risultato del federalismo che Chiodi e i suoi alleati stanno decidendo a livello nazionale, a partire dai tagli dell’ultima legge finanziaria di Tremonti.Per quanto ci riguarda è arrivato il momento che il presidente si assuma le sue responsabilità e la finisca di scaricare sugli altri le colpe e i problemi. E’ arrivata l’ora che la giunta regionale esca dalla torre di cristallo, prenda atto dei fatti e si confronti sulla realtà concreta. Per cominciare batta i pugni con il governo nazionale, apra la vertenza Abruzzo, faccia capire a Roma che gli abruzzesi esistono ed hanno i loro diritti.
Da parte nostra dichiariamo subito che l’unica cosa che non tollereremo sarà un aumento delle tasse regionali, dei sacrifici fatti sempre dalle stesse persone: pensionati e lavoratori dipendenti. C’è un’altra strada che la giunta regionale può seguire se ha bisogno di soldi: cercare gli evasori, colpire gli abruzzesi che non fanno il loro dovere, una strada che finora Chiodi e i suoi hanno mostrato di non voler imboccare.


04 Dicembre 2010

Categoria : Cronaca
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